Corriere della Sera: “Verona, tifosi marocchini aggrediti. Denunciati tredici ultrà”
L’edizione odierna de “Il Corriere della Sera” si sofferma sull’aggressione ad alcuni tifosi marocchini avvenuta a Verona.
Li hanno presi con in mano ancora gli «arnesi del mestiere». Catene e manganelli. Quelli che fino a pochi minuti prima stavano usando per colpire le auto dei tifosi marocchini che si erano ritrovati nel cuore di Verona, di fronte all’Arena, per festeggiare la vittoria della loro nazionale contro la Spagna ai Mondiali in Qatar. Tredici, tutti militanti di una delle organizzazioni di estrema destra che nel centro della città hanno sedi e luoghi di ritrovo.
È proprio da uno di quei «covi» che martedì sera il branco è partito per una «caccia all’uomo» che è sfociata in quattro auto danneggiate. Una, in particolare, alla quale sono stati frantumati i finestrini le cui schegge hanno leggermente ferito al volto una donna. La festa, per quella che i marocchini considerano una vittoria non solo sportiva, era iniziata verso le 19.30. In piazza Bra i tifosi marocchini sono arrivati in auto, qualcuno in bicicletta. Uomini, donne ma anche bambini che poi hanno assistito all’agguato. La scena era quella tipica di un’esultanza popolare per una vittoria calcistica: sventolio di bandiere rosse con il pentagramma verde, canti, urla.
È stato verso le 20 che alla centrale operativa della questura sono iniziate ad arrivare telefonate che segnalavano un gruppo di giovani vestiti di nero e col volto coperto dai cappucci delle felpe e da cappelli che tentavano di avvicinarsi al gruppo che festeggiava. Nel frattempo sui cellulari della comunità marocchina ha cominciato a girare un messaggio: «Non vi consigliamo di uscire e di andare in centro città. Ci sono bande che attaccano chi festeggia, chi sventola la bandiera marocchina e chi va in macchina con la musica ad alto volume».
In realtà in piazza Bra erano presenti le forze dell’ordine. «Servizio di controllo intensificato», il loro, proprio per i Mondiali. Il branco ha aspettato che le auto defluissero dalla piazza per attaccare. Lo ha fatto mentre transitavano sull’arteria che porta nel cuore della città, corso Porta Nuova. È stato lì che catene e manganelli hanno iniziato a roteare sulle carrozzerie. Pochi minuti, poi la fuga sparpagliata, tipica degli agguati. A bloccarli la Digos, a cui tutti e 13 sono noti. Militanti della destra estrema, con precedenti. Alcuni legati alla tifoseria dell’Hellas Verona. Sono stati portati in questura, identificati e denunciati a piede libero. I reati ipotizzati al momento di cui dovranno rispondere sono violenza privata e danneggiamento aggravato. Andranno definite le «re sponsabilità soggettive» e non è escluso che i 13 possano essere denunciati anche per la legge Mancino sull’odio
razziale. «Come amministrazione — ha commentato l’assessore comunale alle Politiche Giovanili Jacopo Buffolo — ci rattrista vedere la nostra città, che sa essere accogliente e inclusiva, tornare a essere raccontata, come nel passato, violenta e razzista. A chi ha subìto aggressioni e alla comunità marocchina esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza, e lavoriamo tutti insieme affinché simili episodi non si ripetano»