Corriere della Sera: “Ultrà contro ultrà, adesso preoccupa il fronte anti-stop «Pronti alla piazza». Il report del Viminale e gli effetti sul tifo”
L’emergenza Coronavirus ha mandato in tilt il mondo del calcio, i campionati sono fermi e non si sa se ripartiranno. In Italia ci sono due schieramenti contrapposti, quelli pro ripartenza e chi invece per rispetto dei morti e per paura non vogliono ripartire. L’edizione odierna del “Corriere della Sera” fa il punto della situazione, in particolar modo analizzando le contrapposizioni delle tifoserie. Alcune potrebbero scendere in piazza se non dovesse ripartire il campionato. Il fronte opposto, quello ostile allo stop ad oltranza, esiste. E preoccupa il Viminale per le sue innervature politiche: «Evidenze investigative attestano lo studio, da parte di alcune tifoserie, di iniziative di contestazione, anche di piazza, nel caso di prosieguo del blocco dei campionati». È quanto si legge nel report dell’«Organismo di monitoraggio delle infiltrazioni criminali nell’ ambito dell’emergenza Covid». Anche per questo rischio «le risorse impiegate devono essere e se possibile rafforzate: il tempo che passa aumenta le possibilità che questo tipo di propaganda e proselitismo in qualche modo abbia un seguito». Ma anche le tifoserie che non vogliono la ripresa del campionato sono determinate nella loro protesta. E continuano a farlo sapere, con striscioni e comunicati dai toni non certo concilianti. Gli ultimi sono quelli del Lecce, che giovedì sera fuori dallo stadio Via del Mare hanno scritto altri brani del manifesto comune: «Come potete dopo un gol esultare… quando le bare sono ancora da contare?». Nelle settimane scorse il cartello contrario al ritorno in campo dellesquadre, formato dalle tifoserie organizzate di Atalanta e Brescia in primis, poi Genoa, Napoli, Spal e Roma, si è mosso in ordine sparso, ma sempre con lo stesso messaggio, ben sintetizzato dalla Nord del Genoa: «Voi presidenti siete asserviti alle tv. Si prospetta l’utilizzo di strumenti come i tamponi per calciatori e addetti ai lavori, per poi non garantirli a tutti i cittadini. È inaccettabile. Non esiste il minimo rispetto. Che cosa pensate possa essere il football senza gente? I giocatori quando segneranno penseranno di esultare verso gli spalti vuoti? Ci vuole dignità!».