Gli incontri tra i giovani Il rischio più evidente riguarda i possibili assembramenti tra giovani nelle aree dove le scuole sono chiuse. Per questo la linea degli scienziati è impedire gli accessi ai possibili luoghi di ritrovo — compresi i centri commerciali che nei giorni feriali sono aperti per consentire l’accesso ai negozi — e limitare gli spostamenti delle persone. Nelle raccomandazioni al governo dopo la riunione per l’analisi del monitoraggio di venerdì è stata evidenziata dai componenti del Cts la necessità di «mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità». È uno dei punti chiave della circolare che il prefetto Bruno Frattasi, capo di gabinetto della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ha inviato a questori e prefetti per la pianificazione dei controlli sul rispetto dei divieti: «Anche a seguito di recenti episodi di assembramento verificatisi in alcuni grandi capoluoghi, nell’imminenza del passaggio ad una zona caratterizzata da misure più restrittive, servizi di controlli mirati andranno pianificati, con il concorso delle polizie locali, nelle zone urbane usualmente interessate dal fenomeno della “movida”», anche nei giorni festivi e prefestivi.
Il giro di vite
Se tutto questo non dovesse bastare, potrebbero essere inserite nuove restrizioni nel Dpcm. Tra le ipotesi già esplorate nelle riunioni dei giorni scorsi c’è il coprifuoco anticipato, la chiusura per alcune attività commerciali nelle aree maggiormente colpite dalle varianti e addirittura il lockdown nei fine settimana, proprio per impedire gli affollamenti. Misure drastiche che — questo chiedono gli scienziati — devono essere prese appena i numeri aumentano, senza esitazioni. L’ultimo passo per evitare la chiusura totale in tutta Italia.