L’edizione online de “Il Corriere della Sera” si sofferma sulla questione legata a Lecco e Reggina.
L’assemblea della Lega di B ieri sera ha annunciato il prossimo varo di un calendario asimmetrico e ha confermato la ferma volontà di mantenere il format a 20 squadre. Inoltre sembra aver implicitamente definito l’orientamento relativo ai casi pendenti di Reggina e Lecco. Si andrebbe verso l’ammissione sia del club calabrese, in difficoltà economiche e (pare prossimo alla cessione), sia del club lombardo neopromosso dalla Lega Pro dopo 50 anni. Sodalizio che avrebbe avuto difficoltà (poi superate da nuove evidenze emerse) nel produrre la corretta documentazione per designare come sede di gioco temporanea in serie B lo stadio Euganeo di Padova. Al posto del proprio Rigamonti-Ceppi, in ristrutturazione.
Adesso tutte e venti le domande di iscrizione verranno vagliate dalla Covisoc che redigerà una relazione di conformità ai requisiti richiesti, entro il 30 giugno (venerdì prossimo). Perché siano presentate al Consiglio Federale della Figc, previsto venerdì 7 luglio. Nel quale si definiranno gli organici delle tre serie professionistiche. Resta delicata la posizione della Reggina, a cui verrà prestata particolare attenzione. In quanto richieste specificamente anche le attestazioni di avvenuti versamenti delle rate relative alla ristrutturazione del debito con il fisco (complessivo di circa 730mila euro). Sembrerebbe più definita positivamente, invece, la posizione della società Calcio Lecco 1912, relativa alla questione stadio-temporaneo (di Padova). In quanto: è vero che il necessario nulla-osta del Prefetto del capoluogo veneto è arrivato in ritardo, peraltro giustificato dalla stessa autorità emittente; ma — da indiscrezioni — sembra che sia stata anche ritrovata nei terminali della Lega la regolare Pec di richiesta proroga da parte dei lariani, datata ed emessa in uno dei giorni precedenti il termine di scadenza per la consegna. Quindi accoglibile, a termini di regolamento, per l’iscrizione.
Non solo: nell’intricata vicenda burocratica che avrebbe anche potuto costare la doppia retrocessione fra i dilettanti — il Lecco non ha presentato domanda d’iscrizione alla Lega Pro — fa difetto anche la certificazione da parte della stessa Lega di serie B dell’impianto lecchese come non a norma. Il giorno della visita era assente per malattia il consulente capo della Commissione-Infrastrutture della Lega, l’ex arbitro Carlo Longhi, l’unico abilitato a firmare il documento. Da qui la necessità di ripetere l’iter, compresa la designazione dello stadio alternativo (con relativa documentazione). Sulla vicenda dell’iscrizione dei neopromossi, infine, avrebbe pesato in modo significativo anche la tempistica (troppo stringente) a cui è stato costretto per produrre la documentazione dell’iscrizione: spostati i playoff di dieci giorni, il club è stato promosso sul campo, solo due giorni prima della scadenza dei termini.
Tutte circostanze che pare abbiano creato attorno al giovane rappresentante del club bluceleste — l’esordiente presidente Paolo Cristian Di Nunno (figlio del patron) — un clima di collaborazione e accoglienza da parte dei rappresentanti degli altri club della Lega. Collegati in videoconferenza. Peraltro le retrocesse sul campo Brescia e Perugia, che avevano già avviato procedure per l’accesso agli atti delle iscrizioni di Reggina e Lecco, ora si preparano ai ricorsi. Di pochi minuti prima la chiusura dell’assemblea, l’aggressiva nota ufficiale degli umbri: «Ci sono i regolamenti e, visto che questo club li ha sempre rispettati, siamo convinti che saremo tutelati dalla Figc e dalla Lega B per essere riammessi perché a nostro avviso Reggina e Lecco non hanno titolo all’iscrizione». In attesa di una presa di posizione del presidente del Brescia, Massimo Cellino, si può già prevedere una lunga estate calda.