“Sette partite per prendersi la Lazio. L’esonero di Pioli dà a Simone Inzaghi la sua chance, una panchina che scotta ma che, però, offre la possibilità di esordire da allenatore in serie A con vista sulla prossima stagione. Al momento l’ex tecnico della Primavera biancoceleste, con la quale ha messo in bacheca due Coppe Italia e una Supercoppa italiana, è interpretato dal club come un semplice traghettatore: deve arrivare senza strappi ulteriori fino a metà maggio preparando il terreno all’inevitabile rivoluzione tecnica è la sua missione. Cominciata con una telefonata poi sfumata in cena con il presidente Claudio Lotito, continuata con un lungo colloquio col d.s. Igli Tare per la questione staff (il vice è Massimiliano Farris, Fabio Ripert il preparatore atletico) e con gli auguri dei vecchi compagni di Lazio e della ex Alessia Marcuzzi. Da ieri il nuovo tecnico è a Norcia, prima base operativa. Ma l’assenza di obiettivi reali unita alla possibilità di applicare in libertà il suo credo tattico, il 4-3-3, magari utilizzando i giocatori più motivati e conosciuti (cioè quelli, soprattutto giovani, che hanno la certezza di far parte della Lazio nella prossima stagione) regala di fatto a Inzaghi lo status di osservato speciale della società nell’ottica della rifondazione. L’unico modo per evitare che restanti sei settimane di campionate vadano totalmente sprecate è considerare il finale di questa stagione come l’inizio della prossima, insomma. Un esperimento possibile già due anni fa quando Reja lasciò Roma, ma poi rimandato con la virata su Pioli. A giugno, comunque, sarà possibile tracciare un primo bilancio sulla gestione Inzaghi, prima di decidere se stringere con Mihajlovic o dare seguito al primo contatto (che risale a dicembre) con l’ex c.t. azzurro Prandelli. Fino ad allora il nuovo tecnico della Lazio avrà gli occhi addosso un po’ di tutti: della società che aspetta di capire come un allenatore giovane (40 anni oggi) e ritenuto molto promettente, riuscirà a districarsi tra pressioni esterne ed equilibri interni per tenere ancora viva la squadra; e dei tifosi che, su social e radio, si consolano con l’investitura del primo allenatore laziale del l’era Lotito. Perché la storia di Inzaghi in biancoceleste parla chiaro: sono 196 le presenze e le 55 reti (20 in Europa, record assoluto, di cui 4 nel 5-1 storico ottenuto il 14 marzo 2000 contro l’Olympique Marsiglia), impreziosite da 1 scudetto, 3 Coppe Italia, 2 Supercoppa italiane e 1 Supercoppa Uefa. Un gran bel pezzo di storia, almeno”. Questo quanto scrive l’edizione odierna de “Il Corriere della Sera”.