“Risolviamo subito il dibattito: il Milan che resta in piena media Champions, conquista la quinta vittoria nelle ultime sei partite, si mette nella migliore delle disposizioni possibili per vivere la sosta e aspettare il derby, ha tanti meriti, tanti limiti e tanta fortuna. Ma, tutto sommato, vincono i meriti. Perché come dice Suso che a Palermo è stato l’autore del primo gol, l’anima della reazione scattata dopo il pari di Nestorovski e l’assistman un po’ casuale per il tacco vincente di Lapadula, «l’anno scorso una partita come questa l’avremmo persa». Verissimo. Il Milan, anche se soffre, non perde la testa e non si disunisce, ma resta una squadra. Con lacune evidenti su cui lavorare. La tendenza al minimo sforzo è una legge che regola tante attività umane, la usano gli studiosi per capire come si evolvono le lingue e i genitori per spiegare come vivono i figli adolescenti. Quasi mai funziona nel calcio, almeno non funziona affatto per il Milan, che non appena è convinto di aver ottenuto il massimo con il minimo dispendio di energie (l’1-0 di Suso, che dopo un quarto d’ora sfrutta al meglio l’autoscontro tra il portiere Posavec e Aleesami) rischia di mettersi nei guai. Si addormenta un’oretta, in un pomeriggio troppo dolce e troppo molle, asseconda i 25 gradi dell’aria di Palermo e i ritmi della squadra di De Zerbi, si mette dietro, sempre più dietro, consentendo al Palermo di prendere coraggio. In fondo, assieme a un po’ di qualità, è proprio quello che manca ai siciliani che mostrano di avere qualche buona idea (De Zerbi li schiera in un 4-1-4-1 con Gazzi davanti alla difesa) e riescono a pungere soprattutto quando entrano il «vecchietto» Diamanti e il giovanotto Lo Faso. Così quando nel secondo tempo arriva il pari con Nestorovski (sei gol per lui, tre di fila) lanciato da Alino, nessuno veramente si stupisce. Vincenzo Montella l’aveva detto alla vigilia: l’atteggiamento è tutto, per vincere non possiamo giocare da 6, magari può bastare a squadre più grandi, a noi no. Fame e furore. Questo è quello che cercava il tecnico nel suo Milan: li ha trovati incarnati in Gianluca Lapadula e non è un caso che la gara la risolva lui. L’ex Pescara, fin qui ai margini, entra al posto di un Bacca versione ologramma e dopo 2 minuti e 26 secondi dall’ingresso in campo pesca il primo gol in serie A con un geniale tacco a correggere il tiro di Suso. Montella nella giornata di ieri ha visto così esplodere il problema Bacca, che questa volta almeno non si è lamentato al momento della sostituzione (sono cinque gare che non segna ed è stato costantemente fuori dal gioco), ma anche la sua possibile soluzione. Ecco un buon tema di discussione da qui al derby: è arrivato il momento di Lapadula? C’è tempo per dibatterne. In conclusione sì, il Milan è anche fortunato: in stagione ha già riacciuffato più di una gara che sembrava compromessa o nella quale ha patito gli avversari, ma non è capitato per caso. Ieri, toccato nell’orgoglio, quando ha deciso che era il momento di spingere ha creato quattro occasioni da gol. Certo, il gioco riesce col Palermo, l’Inter più imprevedibile di sempre sarà un bel banco di prova”. Questo quanto riportato da “Il Corriere della Sera”.