L’edizione odierna del “Corriere della Sera” parla di una delle tante storie legate alla pandemia del Coronavirus.
La mano sollevata a fatica fino a posarsi su quella della del medico che sta per mettergli il casco dell’ossigeno. Un sussurro con un filo di voce: «Lasciami andare dottore, ho 90 anni e ho fatto tutto quello che volevo nella mia vita».
Era il 2 novembre scorso e il dottore, il primario di riabilitazione respiratoria del Cof di Lanzo d’Intelvi, ricacciando indietro le lacrime ha finito di posizionare il «cpap» e ha soffiato tutto l’ossigeno che poteva a quell’anziano affamato d’aria ma ancora «sorridente e dignitoso».
Due settimane dopo, lo stesso medico, Giuseppe Vallo, 45 anni, un bimbo di 6 anni e un papà «nato proprio 8 giorni prima di quel 90enne», ha tolto il casco a quello stesso paziente, lo ha accompagnato fuori dalla terapia intensiva e lo ha visto tornare a camminare, «bello come prima».