L’edizione online de “Il Corriere della Sera” si sofferma sulla vittoria che il Cittadella ha conquistato contro il Palermo mettendo a confronto le due realtà: calcio low cost contro i soldi del City.
Sua Altezza lo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan non sa, probabilmente, dove sta Cittadella. È un paesone veneto di 20mila abitanti in provincia di Padova. Qui sua oculatezza Andrea Gabrielli, imprenditore dell’acciaio, è una specie di Padre Pio del calcio: da presidente del club della cittadina compie piccoli miracoli ogni anno (la permanenza in serie B) mentre lavora per quello definitivo (una storica promozione in A).
Mansour bin Zayed, 53 anni, è il proprietario del City Football Group, «principale operatore privato al mondo – dice il sito – di club di calcio»: Manchester City, New York City, Melbourne in Australia, Yokohama in Giappone, Montevideo in Uruguay, Girona in Spagna, Sichuan in Cina, eccetera, fino all’ultimo arrivo, il Palermo. Per dare un’idea dell’impronta della gestione: il monte ingaggi annuale del Cittadella (sui 3 milioni) “coprirebbe” a malapena una settimana di quello del Manchester City. In termini più omogenei, corrisponde a un sesto di quello del Palermo (18 milioni), squadra costruita per salire subito in serie A. Nell’ultimo match di campionato Cittadella-Palermo 2-0.
Sono 15 anni, con una «pausa» in C nel 2015/2016, che il club veneto è in serie B, gioca in uno stadio da 7mila posti con una media di 4mila presenze a partita. Gli stranieri in rosa sono solo 2, il saldo dell’ultimo calciomercato è positivo per 1,5 milioni. L’acquisto più costoso in assoluto nella storia recente è stato l’attaccante Alfredo Donnarumma dal Catania, pagato 600mila euro nel 2013. Il Cittadella oggi è ben piazzato per l’eventuale miracolo definitivo: quarto in classifica in piena zona playoff ma anche a ridosso della zona promozione diretta. Il Palermo, sempre in area playoff, è staccato di 4 punti. C’è un bel pezzo di campionato da qui al responso finale. Gabrielli viene però dalla vera grande industria. Lui e due suoi fratelli controllano pariteticamente la holding di famiglia Sofida, un gigante da 1,7 miliardi di fatturato consolidato e 112 milioni di utile nel 2022 con 1.400 dipendenti e numerosi stabilimenti nel nord-est che distribuiscono circa 1,2 milioni di tonnellate d’acciaio ogni anni.
Il Secolo: “Amian tentato dal Palermo. Offerti 5 anni di contratto a cifre super”