Corriere della Sera: “«AstraZeneca viola il contratto». La lettera-ultimatum dell’Europa”
L’edizione odierna del “Corriere della Sera” si sofferma sull’ultimatum dell’Europa al vaccino anti-Covid 19 di AstraZeneca. Ecco quanto riportato:
“L’accusa di Bruxelles è precisa: «A seguito di un’analisi dettagliata di tutte le informazioni — si legge — siamo giunti alla conclusione che AstraZeneca ha violato e continua a violare le sue obbligazioni contrattuali sulla produzione e la fornitura delle 300 milioni di dosi iniziali per l’Europa».
Le implicazioni, poi, sono altrettanto nette: «Vi chiediamo formalmente e vi diamo preavviso di porre rimedio alle sostanziali violazioni contrattuali entro venti giorni da questa lettera». E ancora: «Vi diamo preavviso di recuperare senza ulteriori ritardi sull’arretrato nella produzione e consegna delle dosi e di mitigare qualunque danni causato». Anche perché — osserva sempre la lettera di Sandra Gallina da Bruxelles — «sottolineiamo che la sostanziale violazione dell’accordo di acquisto da parte della vostra azienda può portare a conseguenze drammatiche per la vita, la salute e la libertà di milioni di cittadini europei nella crisi Covid-19». Fra le righe, si profila già una richiesta di danni a AstraZeneca potenzialmente per cifre molto elevate. E poiché la missiva di Bruxelles (di cui è apparsa notizia per la prima volta su Les Echos in Francia) è stata inviata il 19 marzo, la situazione è chiara: l’ultimatum è scaduto due giorni fa senza che siano conosciute, al momento, reazioni da parte dell’azienda.
La requisitoria della Commissione è molto articolata, al punto da occupare sei pagine. Bruxelles sostiene che le violazioni sarebbero numerose: AstraZeneca avrebbe incassato un sostanziale anticipo in estate sulla base di impegni poi lasciati cadere (al punto che nel tardo autunno la Commissione si rifiutò di versare una seconda rata); avrebbe di fatto promesso le stesse dosi a più committenti pur garantendo il contrario nel contratto con la Commissione europea; e avrebbe incomprensibilmente tardato nella sua richiesta di autorizzazione del suo vaccino presso il regolatore europeo Ema.
Gallina contesta al gruppo anglo-svedese che non avrebbe neppure compiuto quel che nel contratto fra le due parti del 27 agosto scorso viene definitoil «best reasonable effort» (un impegno con la «massima diligenza ragionevolmente possibile») di rispettare il calendario di fornitura. Questo prevedeva fra 30 e 40 milioni di dosi entro la fine del 2020, fra 80 e 100 milioni nei primi tre mesi di quest’anno e il resto dei 300 milioni previsti entro la fine di giugno. Invece la «violazione degli obblighi» si estrinseca nel fatto che a fine marzo l’azienda aveva fornito solo 30,12 milioni di dosi, circa un quarto del previsto.
Per Bruxelles, non può essere stata solo sfortuna per il cattivo esito nella produzione di alcuni lotti. La lettera sottolinea che la Commissione aveva pagato una prima rata di 227 milioni di euro subito dopo la firma del contratto in agosto, proprio per mettere l’azienda in grado di partire con le forniture al più presto. Ma rivela anche che i problemi erano iniziati subito: il versamento di una seconda rata da 112 milioni era stato sospeso in autunno «a causa della mancanza da parte di AstraZeneca della rendicontazione richiesta» (all’epoca Bruxelles aveva tenuto la questione riservata).
Nel contratto AstraZeneca si era impegnata a procurarsi nei tempi tutte le componenti e gli ingredienti necessari, ma la Commissione accusa: «Il mancato rispetto degli obblighi sembra in parte radicato nel fallimento (dell’azienda, ndr) nell’assicurarsi la fornitura degli ingredienti farmaceutici». Poi il punto politicamente più delicato: il sospetto che parte delle dosi europee siano andate al governo di Londra di Boris Johnson, il grande regista della Brexit e dell’assegnazione a AstraZeneca del vaccino sviluppato a Oxford e alla Irbm di Pomezia. In effetti il gruppo stesso ha dichiarato che alcune dosi prodotte nei siti britannici — anche quelli indicati nel contratto con la Ue per le forniture all’Europa — sono state date a Londra. Conclude Gallina. «È una confessione che AstraZeneca ha violato i suoi obblighi» verso la Ue perché «ha assunto impegni in conflitto fra loro che materialmente impediscono l’attuazione del contratto» con Bruxelles. In effetti nell’accordo il gruppo dichiarava di non avere obblighi di fornitura «in conflitto» con quelli verso l’Ue. Infine, Gallina chiede conto della richiesta di autorizzazione presentata solo in gennaio benché il contratto la prevedesse entro dicembre”.