Corriere del Veneto: “Venezia, pari e tutto in gioco. A Palermo si può vincere!”
“Non arriva la vittoria sperata, ma il Venezia ci mette cuore, anima, determinazione e prolunga il sogno di quattro giorni. Al Penzo finisce 1-1 e lascia aperta la porta alla finale anche se la strada adesso è più in salita, anche perché il Palermo ha dimostrato di essere squadra quadrata e capace di cambiare la partita, soprattutto dopo l’entrata in campo di Gnahorè e Coronado. La cornice è quella delle grandi occasioni, quasi seimila sugli spalti che incitano dall’inizio alla fine i ragazzi di Inzaghi. E’ la festa per una squadra che si sta giocando la serie A e il premio per una società che in tre anni è passata dalla serie D ad un passo dal paradiso. «Grandissima atmosfera — dice non a caso tra un tempo e l’altro il presidente Joe Tacopina — se avessimo potuto avremmo riempito anche la curva riservata ai tifosi ospiti». Inzaghi rispetto a domenica, fa tre cambi: Pinato, Marsura e Del Grosso, sono preferiti a Suciu, Geijo e Garofalo. Stellone schiera una formazione inedita lasciando in panchina Nestorovski (gli preferisce l’ex Moreo), Coronado e Rolando. Il primo tempo fatica ad accendersi, il Palermo con ancora fresco il ricordo dei tre gol subiti in campionato al Penzo (ma allora i rosanero erano guidati da Tedino) chiudono tutti gli spazi, bloccando le giocate arancioneroverdi che non riescono quasi mai a rendersi pericolosi. In realtà molti lagunari sono sottotono: Falzerano non ingrana, Stulac è lento, i traversoni di Del Grosso non sono quelli di Falzerano, Pinato gioca con il freno a mano tirato, e Inzaghi si sbraccia inutilmente in panchina chiedendo di aumentare il ritmo. Forse il caldo, forse il timore di andare sotto consigliano le due squadre a procedere al piccolo trotto, tranne qualche fiammata. Il Venezia ci prova subito con Del Grosso da fuori area ma il «bonus» l’aveva già usato Stulac domenica con il gol da trenta metri. L’occasione più pericolosa del Venezia capita sulla testa di Litteri che non riesce a trovare la porta sul traversone dalla sinistra, mentre è sui piedi di Trajkoski quella del Palermo. Punizione dai 25 metri del 7 rosanero che mira l’incrocio dei pali, ma Audero si supera deviando la conclusione in calcio d’angolo, aiutato dalla traversa. Il secondo tempo è più brillante, il Palermo torna in campo più sicuro di sé tanto che Murawski, dopo due minuti, prova la botta da fuori area testando i riflessi del portiere agunare che manda in angolo. I rosanero premono sull’acceleratore e al 53’ passano in vantaggio con La Gumina che, libero in area, trova l’angolino giusto alla sinistra di Audero. Il Venezia sbanda, Trajkovski cerca il colpo vincente dal limite e sfiora il palo. La luce al Penzo si riaccende però un minuto dopo: Pinato serve Marsura all’interno dell’area di rigore che evita Rajkovic e insacca (con la deviazione ininfluente del difensore). Il boato spinge gli arancioneroverdi che cercano l’uno-due capace di stendere gli avversari. Al 64’ Domizzi sta già quasi esultando quando Bellusci gli toglie la gioia del gol sulla linea. Dieci minuti dopo è Rispoli a respingere il tiro di Stulac. Stellone nel frattempo inserisce Coronado che mette vivacità ai rosanero. A cinque minuti dalla fine Modolo si allunga troppo la palla e lancia 10 rosanero a tu per tu con Audero che si guadagna la palma di migliore in campo facendo il miracolo che salva il Venezia. E domenica a Palermo gli arancioneroverdi devono solo vincere: si può fare”. Questo quanto analizzato da “Il Corriere Veneto” dopo la gara pareggiata ieri dal Venezia contro il Palermo.