Corriere del Veneto: “Venezia all’esame Palermo: «Morale alto, zero pressioni»”

L’edizione odierna de “Il Corriere del Veneto” si sofferma sul Venezia e sull’esame Palermo con la gara in programma oggi.

È la notte dei desideri, quella in cui il Venezia potrebbe, una volta per tutte, calare l’asso sul tavolo e porre la propria candidatura in modo chiaro per la Serie A. Paolo Vanoli, dopo le tre vittorie e i tre pareggi nelle prime sei pareggi, nonostante il secondo posto certificato dai fatti, morde ancora una volta il freno. E spazza via le pressioni che si stanno creando nell’ambiente, che vede nel Venezia una squadra in grado di competere per il traguardo massimo.

«Deve essere per noi un orgoglio sfidare il Palermo da una posizione alta in classifica — dice il tecnico — non dimentichiamoci però mai dove eravamo l’anno scorso dopo sei giornate. Non serve guardare lontano ma solo alla prossima partita, mantenendo sempre la qualità del lavoro giusta e il morale alto. Il Venezia si sta ristrutturando, non sta lottando per la promozione in Serie A. Per stare lì in alto ci vuole fame e fatica». Una presa di posizione ferma, che ha l’obiettivo di allontanare dalla squadra «obblighi» di alta classifica. Il Palermo che sbarca al Penzo è reduce da una brutta sconfitta in campionato al Barbera contro il Cosenza, che ha fatto affiorare nell’ambiente vecchi malumori. Probabilmente, volendo a mettere a confronto le due realtà, sono proprio i rosanero ad avere i fari puntati addosso, con gli ex Ceccaroni e Di Mariano che vivranno destini diversi.

L’esterno, infatti, non è partito per Venezia, mentre l’ex capitano arancioneroverde ci sarà. «Il Venezia è una squadra importante — sottolinea Eugenio Corini — e lo era già l’anno scorso. Hanno giocatori di qualità, consolidando un lavoro sviluppato bene. Ha tutte le caratteristiche per essere protagonista in categoria e siamo curiosi di vedere come andrà. Andiamo con tutta la volontà di portare un risultato importante». Nel Venezia, invece, tira aria di conferma per Cheryshev, schierato titolare a Brescia e che ha convinto tutti con un’ottima prestazione. «Ragiono sempre in base alla mia squadra — spiega Vanoli — a come stanno e a quello che voglio fare. A Brescia ha giocato Cheryshev perché, secondo me, in quella posizione può determinare la nostra fase offensiva. È quello che ha calciato, quello che ha messo l’ultimo passaggio. L’allenamento per me è importante e ho la fortuna di avere più titolari. Il bello della mia rosa è anche questo».

Vanoli sprona tutti a dare il massimo e rivendica anche il turnover e il fatto come, anche partendo dalla panchina, si possa essere decisivi. «Quando costruiamo una squadra si va in campo in undici — evidenzia — e non c’è solo l’ego di un giocatore. Da quando ho iniziato questo lavoro mi sono sempre permesso di dire le cose in faccia, come ho fatto con Olivieri. L’ho fatto l’anno scorso con Cheryshev, l’ho fatto con Gytkjaer quando è arrivato. Preferisco che i giocatori siano arrabbiati con me e non col compagno. A Parma feci sei mesi di tribuna, poi un giorno con l’infortunio di Benarrivo cambiò la mia carriera».

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Redazione Ilovepalermocalcio