Corriere Adriatico: “L’Ascoli gioca, il Palermo dello Sceicco vince”

L’edizione odierna de “Il Corriere Adriatico” si sofferma sulla gara vinta dal Palermo contro l’Ascoli.

L’Ascoli gioca, il Palermo vince. Un film, purtroppo, già visto in questo inizio di campionato che rischia di trasformarsi in un refrain. In settimana il patron Pulcinelli, oltre ad assicurare i tifosi che venderà la società solo quando l’Ascoli andrà in serie A, li ha invitati ad avere pazienza «perchè questa squadra ha le potenzialità per fare bene». Insomma inutile strapparsi i capelli perchè i risultati arriveranno. Ma quando? Il cantiere aperto Dopo quattro sconfitte in cinque gare, con il Picchio nei bassifondi della classifica, viene il sospetto che questo Ascoli sia ancora un cantiere aperto, dove non tutti gli operai sanno esattamente cosa devono fare.

Un Ascoli ancora da plasmare che manifesta dei buoni spunti ma che ha purtroppo due certezze: incassa troppi gol, specie sui calci piazzati e si sgonfia come un soufflè nella ripresa. Beccare un gol su calcio d’angolo al 47° del secondo tempo dove le marcature vanno a farsi benedire e il portiere Viviano ha una reazione non certamente all’altezza del suo prestigioso passato, fanno venire l’ulcera ai tifosi. Ci si può forse consolare che di fronte i bianconeri avevano una corazzata come il Palermo dello sceicco Mansour, già proprietario del Manchester City. Corini può permettersi un tridente d’attacco composto da Di Francesco (un gol in serie A con il Lecce alla Lazio prima di indossare la casacca rosanero) Brunori e Di Mariano e il lusso nella ripresa di inserire Coulibaly (preso dalla Salernitana in A) e Mancuso, non a caso il match winner.

Viceversa nell’Ascoli quando a Di Tacchio e Mendes si accende la spia della riserva i bianconeri non pungono più. Le occasioni sprecate Un peccato perchè fino al gol della doccia fredda i bianconeri avevano comunque giocato alla pari con i siciliani. Molto bene Bayeye, propositivo sulla fascia destra. Salvo il brivido del rigore al Palermo prima concesso e poi annullato dal Var, fin quando Di Tacchio è stato in campo, l’Ascoli ha avuto geometrie. Poi con il calo di Ghahorè la manovra bianconera è stata affidata ai lanci lunghi di Bellusci per le punte Mendes e Nestorovski, purtroppo facilmente addomesticati dai difensori palermitani.