Corriere Adriatico: “Ascoli alla scoperta di Varela. Quante magie con Dybala”
“ASCOLI Non ha un calciatore a cui assomigliare, ma un idolo sì, ovvero l’ex romanista Erik Lamela, ora al Tottenham. Preferisce essere solo se stesso e apprezzato per quello che sa fare. Ignacio Lores Varela, talentuoso esterno d’attacco dell’Ascoli che indossa la maglia numero 10, con il suo gol al Manuzzi di Cesena ha fatto esultare di gioia gli oltre mille tifosi al seguito e scacciato un incubo. L’uruguaiano fa dell’umiltà la sua dote migliore, tanto bravo in campo quanto silenzioso e timido fuori. Un ragazzo dal cuore d’oro, che sa farsi amare. La scomparsa del papà. Infondo lui ha già vissuto sulla sua pelle il primo grande dolore della sua vita, la morte del padre lo scorso anno, nel volo aereo Montevideo-Madrid, proprio quando stava raggiungendo il figlio che lo aspettava all’aeroporto. Varela ha 26 anni e una grande forza interiore che lo ha aiutato a superare il momento di difficoltà. Nato a Montevideo,il calcio è sempre stata la sua grande passione. All’età di 7 anni giocava nell’Union Vecinal, la squadra giovanile del suo quartiere. Il suo primo club tra i professionisti è stato il Defensor Sporting. Nel 2011 il passaggio al Palermo quando aveva solo 20 anni. «Sono arrivato in una piazza importante ed esigente, ma sono certo mi darà la giusta carica», disse il giorno delle presentazione all’Ascoli. La giusta carica l’ha trovata in fretta, ha capito che la piazza ascolana non ama aspettare a lungo. E lui ha saputo colpire al momento e nel posto giusto, nella gara che può valere la svolta. Prima il gol e poi l’assist. Un gol e un assist per il raddoppio di Baldini non sono cose di poco conto. A fine gara ha svelato che «in settimana ho chiesto scusa ai miei compagni per non aver giocato bene contro il Frosinone». Chiedere scusa è una cosa che in pochi fanno, ma Varela sa cosa significa il sacrificio, l’umiltà il saper apprezzare quello che la vita gli sta dando. Il suo pensiero dopo il gol di domenica è andato subito lassù al padre, ma anche alla mamma Patricia e al fratello Iaquin, tornati a Montevideo nelle settimane scorse. […]”. Questo quanto riporta l’edizione odierna de “Il Corriere Adriatico”.