Coronavirus, Ziliani: “Al calcio italiano manca solo una cosa, che ci scappi il morto”

Il calcio si appresta a prendere una decisione: ripartire o chiudere la stagione? Questo è l’interrogativo che tiene banco tra le tante componenti del calcio italiano. Se da un lato il presidente Sibila spinge per una ripartenza finalizzata a un discorso di salvaguardia economica del movimento, dall’altro non può sottovalutare i rischi legati alla salute di tutti i tesserati che rappresenta. Un altro spunto di riflessione arriva dalle colonne de Il Fatto Quotidiano: l’intervento a gamba tesa di Paolo Ziliani mette l’accento su un’incidenza del virus, forse sottovaluta, ma più volte ribadita dalla scienza. Riportiamo uno estratto dell’intervento apparso tre giorni fa sulle colonne de IFQ: “Al calcio italiano manca solo una cosa, che ci scappi il morto: un calciatore che lasci le penne in campo mentre gioca in condizioni inumane partite insensate, utili solo a riaprire il rubinetto dei soldi dei diritti tv, che poi è l’unica cosa che davvero sta a cuore ai nostri presidenti. Manca solo che ci scappi il morto, e forse è meglio dirlo prima. Tra l’altro, ancora non si conoscono i danni lasciati nel fisico dal virus. Uno studio dei medici guidati dal prof. Marco Metra, cardiologo degli Spedali Civili di Brescia, pubblicato su Jama Cardiology, mostra come molti infettati abbiano contratto il Covid-19 senza alcuna polmonite ma accusando miocarditi acute con versamento pericardico o insufficienze cardiache. Il prof. Enrico Ammirati, cardiologo del Niguarda, racconta di pazienti affetti da miocardite associata a Covid-19. E il prof. Enrico Castellacci, presidente dei medici italiani di calcio, ha dichiarato che “dalle autopsie effettuate in questa pandemia si è constatato che c’erano cicatrici a livello cardiaco, talvolta danni al cuore, pericarditi”. Danni al cuore. Arrecati da un virus che ha colpito anche i calciatori. E però, chi se ne frega: quel che conta è tornare”.