Coronavirus, un test della saliva per scovarlo in 10 minuti – i dettagli

Personale sanitario del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, il più grande ospedale pubblico in Italia per numero di letti, che lavora per produrre farmaci antivirali, soluzioni idroalcoliche, alcool per disinfettare, Bologna, 27 marzo 2020. La produzione è utilizzata per compensare la carenza sul mercato di prodotti specifici, come i farmaci antivirali sospesi e altri prodotti fondamentali utilizzati nei pazienti intubati, o il disinfettante soluzione idroalcolica per le mani, di cui sono prodotti. 200 litri al giorno e soluzione alcolica al 70% per la disinfezione delle superfici. ANSA / UFFICIO STAMPA +++ ANSA FORNISCE L'ACCESSO A QUESTA FOTO DI MANIPOLAZIONE DA UTILIZZARE SOLAMENTE PER ILLUSTRARE NOTIZIE O COMMENTI SULLA FATTA O GLI EVENTI DIVENTATI IN QUESTA IMMAGINE; NESSUN ARCHIVIO; NESSUNA LICENZA +++

Un test rapido della saliva per diagnosticare in 10 minuti un’infezione da nuovo coronavirus. L’hanno ideato Lorenzo Azzi, ricercatore all’università dell’Insubria, e Mauro Fasano, docente dell’ateneo, e ora verrà sperimentato all’ospedale di Circolo di Varese grazie a una task force coordinata dall’infettivologo Paolo Grossi. Come riporta “Adnkronos.com”, il nuovo esame funziona secondo un principio simile a quello dei test di gravidanza: applicando un campione di saliva su una piccola striscia di carta assorbente, qualora una persona fosse positiva nel giro di qualche minuto si formerà una banda colorata. “La novità del test sta nella sua semplicità, che permette a chiunque di poterlo utilizzare – spiegano dall’Asst dei Sette Laghi – nella rapidità del risultato e nel fatto che, a differenza dei test sierologici che evidenziano gli anticorpi, attraverso la saliva viene evidenziato direttamente il virus e dunque è possibile stabilire se il soggetto è infetto in quel preciso momento. La sperimentazione sarà condotta con la massima celerità su un centinaio di pazienti”. “Questo test nasce da una buona intuizione accademica e mette in collaborazione, come sempre, l’università dell’Insubria e l’ospedale di Circolo nella cura del paziente messa davanti a nuove sfide dall’emergenza Covid-19”, dichiara il rettore Angelo Tagliabue. Giulio Carcano, presidente della Scuola di Medicina dell’ateneo, sottolinea che “l’emergenza sanitaria interroga sia sulla comprensione della patologia sia sul tentativo di curarla, prima di tutto con una diagnosi certa e precoce. Questo protocollo rappresenta lo sforzo congiunto di docenti e ricercatori di differenti discipline dalle materie di base alle applicazioni cliniche”. “Ancora una volta è la sinergia tra l’Asst dei Sette Laghi e l’università dell’Insubria a fare la differenza – afferma il direttore generale dell’Asst dei Sette Laghi, Gianni Bonelli – Ancora una volta sappiamo distinguerci nel campo dell’innovazione. Speriamo che questa sperimentazione dia i risultati sperati e che si possa così disporre di uno strumento diagnostico efficace e rapido”.