E’ la singolare vicenda di un detenuto delle Vallette, liberato il 3 aprile su decisione del giudice perché aveva contratto il virus, ma rimasto confinato in carcere per ben dodici giorni. Si trattava di un senza fissa dimora: non aveva dunque un posto dove poter condurre il suo periodo di isolamento. E non aveva neppure sintomi che potessero garantirgli un ricovero ospedaliero.Come riporta Repubblica, dal carcere non volevano rischiare di rimettere in libertà una persona che potesse diffondere il virus e così la sua situazione si è protratta fino a quando gli è stato trovato un posto in un hotel a quattro stelle a Collegno. Una situazione paradossale di cui fa cenno anche il comunicato della Camera Penale che ha lanciato l’ennesimo allarme sulla grave situazione negli istituti penitenziari piemontesi. Gli avvocati si dicono infatti “molto preoccupati” e denunciano la mancata risposta del provveditorato regionale competente per gli istituti di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta alle richieste di informazioni avanzate dall’Osservatorio carceri dell’Unione delle Camere penali italiane. Alle Vallette, dove si registra un “crescente numero di contagi”, ma anche a Saluzzo, dove negli ultimi giorni sono state segnalate tre positività.
“Non è pensabile, si legge nella nota, che abbia a ripetersi quanto accaduto di recente: che persona scarcerata dall’autorità giudiziaria, in quanto colpita dal virus, rimanga alle Vallette dieci e più giorni ancora perché non si trova all’esterno un luogo in cui possa andare. Ci raccomandiamo perché il personale penitenziario sia munito di tutti i dispositivi di sicurezza necessari e operi all’insegna della maggior precauzione possibile, non potendo tollerare che tra coloro che entrano in contatto con le persone detenute vi sia chi non ha in uso o non utilizza quantomeno la mascherina”.