Il ministro della Salute Roberto Speranza, è intervenuto ieri sera nella trasmissione condotta da Burno Vespa, porta a Porta.
Queste alcune sue parole: “Il Comitato tecnico scientifico ieri ha cominciato la valutazione del numero di giorni di quarantena, si consulteranno con gli organismi internazionali e confronto con altri Paesi. Ma c’è un dato di fatto: se riduci l’isolamento aumenti il rischio e io credo che in questo momento sia fondamentale per l’Italia vedere la reazione alla riapertura delle scuole. Rimesse in moto dieci milioni di persone, allora io dico, facciamo passo per passo una valutazione. Si può valutare di ridurre la quarantena, ma si deve decidere con tutti gli elementi sul tavolo. La scelta di tenere aperte le discoteche non è stata fatta dal governo, né da me come ministro della Salute. Noi alla metà di maggio abbiamo autorizzato le Regioni a fare provvedimenti anche più restrittivi oppure meno. Non c’è mai stato un decreto o una mia ordinanza che dicesse di riaprire le discoteche. Sono state le Regioni nella loro autonomia a riaprire. Quindi sono intervenuto con una mia ordinanza che ha annullato quei provvedimenti. Non c’era un manuale di istruzioni, ma nelle scelte di fondo abbiamo indicato una strada che si è rivelata la più giusta ha detto il ministro della Salute a Porta a Porta.
Per il vaccino, anche l’azienda italiana Menarini sta facendo un lavoro importante, la scienza sta facendo un lavoro senza precedenti. Sul test che dà risultati in 12 minuti annunciato oggi è ovvio che c’è bisogno che le autorità nazionali facciano una verifica puntuale. E quindi non basta che un’azienda lanci un prodotto, perché c’è bisogno che sia validato, ma quello che vediamo è che c’è un’evoluzione continua”, ha proseguito “Delle cure si parla molto meno, ma per esempio in Toscana l’equipe di ricercatori guidata da Rino Rappuoli sta mettendo a punto cure con gli anticorpi monoclonali e questo è fondamentale. Avremo risposte in tempi medi, ora strategia è resistere e le armi sono i comportamenti delle persone. Noi non autorizzeremo mai un vaccino che non ha completato tutti gli step in maniera puntuale. Quello di Oxford è uno dei sette vaccini su cui sta investendo l’Unione europea. Noi abbiamo un atteggiamento di pieno investimento perché riteniamo che quella del vaccino sia davvero una partita decisiva”.