“Dal 15 al 28 dicembre, dopo quattro settimane di decrescita, l’indice di contagio è tornato a crescere e per la prima volta dopo sei settimane è superiore a 1. Ciò dimostra che l’epidemia è nuovamente in una fase espansiva. Anche l’aumento dell’incidenza nelle ultime due settimane ci impedisce di tornare alla normalità.
L’effetto automatico è il progressivo sovraccarico degli ospedali. Sono passate da 10 a 13 le regioni che hanno un tasso di occupazione sopra la soglia critica: per le rianimazioni a livello nazionale è tornato ad attestarsi sopra la soglia del 30%. Ne consegue un drammatico mutamento dell’indice di rischio attribuito alle regioni e alle province autonome: 12 sono a rischio alto, 8 a rischio moderato (con 2 a rischio di progressione a rischio alto) e una sola è a rischio basso”.
“Per questo abbiamo ritenuto di prorogare al 30 aprile 2021 l’istituzione dello stato di emergenza. Nella giornata di lunedì abbiamo avviato anche il lavoro per stendere il nuovo dpcm in vigore dal 16 gennaio. Prevediamo una conferma delle misure già vigenti e del modello per fasce differenziate. Queste le principali misure:
divieto di spostamenti tra regioni anche in zona gialla;
limitazioni dell’asporto per i bar dopo le 18;
possibilità di visite ad amici e parenti solo per due persone oltre ai minori di 14 anni;
ingresso in area arancione di tutte le regioni a rischio alto;
apertura dei musei in zona gialla.
Vogliamo inoltre stabilire una quarta area, bianca, che potrà scattare solo con livelli epidemiologici bassi (incidenza sotto i 50 casi, indice di rischio basso, Rt sotto l’1). É comunque difficile che questa possa scattare nel breve termine”.
“Siamo a circa 800 mila dosi di vaccino somministrate, risultato che ci permette di essere i primi in Europa per numero di somministrazioni. Questa campagna è una lunga e difficile maratona, non una gara di velocità. Ecco perché siamo soddisfatti delle attuali statistiche ma siamo consapevoli che siamo solo all’inizio e c’è ancora tantissimo da fare per ottenere risultati. Dobbiamo farlo avendo chiari obiettivi, tempi e strategia per raggiungere i risultati attesi. L’Italia e il governo nazionale, le regioni e tutto il servizio sanitario sono pronti ad aumentare il numero di vaccini quotidiani appena saranno autorizzati nuovi antidoti. Per raggiungere questo scopo serve un esercito di vaccinatori e un clima giusto. Coinvolgeremo i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e le farmacie, che potranno mettere a disposizione spazi per rafforzare la nostra offerta vaccinale”.
“Ribadisco infine la nostra convinzione: il vaccino è un bene pubblico globale, diritto di tutti e non privilegio di pochi. Per questo in Italia è gratuito e gli acquisti sono fatti direttamente dallo stato. Abbiamo opzionato quasi il doppio delle fiale necessarie per somministrarlo a tutti gli italiani. Ora non possiamo fare altro che continuare ad utilizzare presto e bene le dosi che abbiamo e attendere con fiducia l’autorizzazione di nuovi vaccini. Tutti noi siamo fiduciosi che l’aumento delle dosi disponibili avverrà in tempi non lunghi. Aspettiamo fiduciosi, certi che l’Ema e l’Aifa non perderanno nemmeno un giorno. Tutti vogliamo correre e non vediamo l’ora di riconquistare le libertà perdute. Ma dobbiamo farlo con sicurezza e trasparenza”.