In Italia, in merito all’emergenza Coronavirus, uno degli aspetti che si fa sentire maggiormente è il rincaro dei prezzi soprattutto per quanto riguarda i beni di prima necessità, ma non solo. Questi aumenti hanno conseguenze soprattutto nelle famiglie più colpite economicamente dall’emergenza sanitaria.
Ecco qui di seguito i dati Euristat:
Cibo in genere +3,3%
Frutta +8,5%
Verdura +4,8%
Uova +3,4%
Pollame +4,3%
Maiale +4,2%
Zucchero +2,7%.
Salgono dunque soprattutto i prezzi delle proteine meno care e dei prodotti fonte di vitamina E, alimentari che soprattutto i meno abbienti tendono ad acquistare. Le fonti proteiche più costose come manzo, vitello, pesce, frutti di mare, vedono un aumento meno significativo (+1,6-2,4%). I beni durevoli, come ad esempio l’elettronica di consumo, non hanno subìto rincari e sono addirittura più economici rispetto al 2019. La crisi Coronavirus ha ridotto il potere d’acquisto di chi guadagna meno, ma non dell’altra fascia di popolazione.
Da giorni le associazioni di categoria stanno denunciando la situazione, che va a toccare anche i prezzi del caffè al bar, con rincari in alcune città italiane. Diversi esercizi commerciali hanno applicato una “tassa Covid“, ovvero un contributo inserito in scontrini fiscali fino a 4 euro, per giustificare i costi di sanificazione obbligatoria.