Lo scrive oggi “La Stampa”, che spiega come il ministro della Salute Roberto Speranza abbia “già dato mandato ai suoi uffici di studiare come ‘prorogare comunque i poteri straordinari ancora indispensabili che devono essere conservati'”. A ripensarci sarebbe stato lo stesso premier che di ritorno da Bruxelles, dov’è impegnato per trattare sul recovery fund, dovrà affrontare la questione. Oltre alle opposizioni, fermamente contrarie, qualche protesta si era sollevata anche “tra i banchi” della stessa maggioranza. Senza contare che una proroga dei poteri straordinari potrebbe innescare delle tensioni con molti presidenti di Regione di centrodestra. Se così fosse il 1° agosto l’Italia potrebbe uscire dallo Stato di emergenza. Ciò non significa però che le misure introdotte con i dcpm non saranno più in vigore: l’intenzione è quella di salvarle attraverso gli strumenti ordinari. In particolare, tutte le misure sanitarie e i protocolli potrebbero rientrare in una nuova ordinanza emanata dal ministero della Salute. Le linee guida che regolano la gestione di bar, ristoranti, stabilimenti, spiagge e attività commerciali rimarrebbero dunque in vigore anche nei prossimi mesi. Per il blocco dei licenziamenti e la disciplina dello smart working si potrebbe invece intervenire con un decreto legge. Sul tavolo resta però la questione del commissario all’emergenza Arcuri, nominato proprio con un dpcm. Nessun problema invece per provvedimenti d’urgenza come lo stop ai voli dai Paesi a rischio su cui – come è già successo – si può intervenire con un’ordinanza. Senza contare che in caso di necessità il consiglio dei ministri potrebbe comunque decidere di avocare nuovamente a sé i poteri straordinari. Va da sé tuttavia che se la proroga non dovesse arrivare il premier Conte non potrà emanare i famigerati dpcm, restringendo le libertà dei cittadini senza coinvolgere le due Camere. Secondo “Repubblica” tuttavia la decisione non è stata ancora presa.