Coronavirus, Michele Uva: «Champions ed Europa League? Diverse soluzioni, importante assegnare i trofei»

Intervenuto ai microfoni di “Tuttosport”, il vicepresidente della Uefa Michele Uva ha parlato della situazione delle competizioni calcistiche dopo lo stop per l’emergenza Coronavirus: «Ora mi trovo a Roma dove sono tornato 10 giorni fa e da buon italiano sto rispettando in maniera maniacale le disposizioni decise per contenere il contagio. Quindi in casa con famiglia. Sto approfittando per fare ciò che solitamente mi è vietato. In questo momento mi godo mio figlio Gabriele di sette anni e mezzo. Prima lo vedevo poco per colpa del lavoro e osservarlo che studia al computer per via delle lezioni online è piacevolissimo. Mi sento di dire che l’Italia si sta dimostrando compatta. Fa spiacere vedere ancora denunce per quelle persone che non rispettano il decreto. Ma si tratta di casi comunque non così corposi. Nei momenti di difficoltà noi italiani ci cementiamo. E il primo pensiero va a quegli angeli, gli operatori sanitari e tanta gente operativa sul campo, che in molti casi si stanno comportando da eroi mossi da fiducia nel prossimo, impegno e senso di dovere. Ciò che non mi piace, però è sentire parlare di guerra. L’augurio e la speranza è che tutta la collettività ne esca migliorata sia dal punto di vista culturale che di organizzazione sociale».

Si passa poi al campo: «Lo sport è trasversale e politicamente neutro, parla a tutti. Per questo è prezioso: lancia un messaggio che va oltre ogni polemica. Per il resto, molto di più non può fare. È tutto fermo ed è giusto che lo sia. Chiunque indichi in questo momento una data lo fa o in maniera emotiva o perché spinto dall’individuare un vantaggio. Non è possibile dare una risposta. Chi dà risposte adesso vuol dire che non è ancora padrone della realtà che ci circonda».

In primo piano c’è la ripresa delle competizioni, nazionali ed internazionali: «Abbiamo dato la priorità al completamento dei campionati nazionali ovviamente con l’integrazione delle finestre per concludere le coppe europee. La commissione Uefa, Eca e EL ha sul tavolo diverse soluzioni per lavorare armonicamente anche con opzioni di sforamento di date. Tutte le formule sono possibili. La risposta l’avremo quando riprenderanno i campionati nazionali. Non abbiamo ragionato in maniera egoistica mettendo in prima fila le coppe internazionali. Una cosa è certa: il Financial Fair Play e i sistemi di controllo ci saranno e non saranno congelati. Non verranno cancellati anche se potranno essere adottate delle soluzioni per fronteggiare lo tsunami che ha travolto il mondo e quindi anche il calcio”. Poi aggiunge: “Per regolamento, ogni singolo Paese può decidere come assegnare lo scudetto. Solo quest’anno, in quattro Paesi si è deciso di cambiare il numero di squadre, inserendo play-off e play-out. Non poniamo vincoli. Final-four o final-eight in Europa? Non lo escludiamo, dipende dalle date che avremo a disposizione e dagli scenari che si verranno a creare. Abbiamo ufficialmente rinviato le finali di Champions ed Europa League, inizialmente previste per maggio. L’importante è arrivare ad assegnare i trofei, sulla formula la discussione è aperta».

Sull’Europeo nel 2021: «Mi aspetto una manifestazione in cui il piacere dei tifosi di sentirsi tutti europei sarà ancora più forte. Me lo immagino con una potenza emotiva superiore. Abbiamo fatto un sacrificio a beneficio del sistema calcio europeo. Faremo un sacrificio economico e organizzativo, ma la Uefa ha riserve di flessibilità, redditività e difesa, finanziaria per fronteggiare e attenuare i danni provocati dal Covid-19. Sia gli Europei delle ragazze sia quelli Under 21 verranno collocati in altre finestre che consentano alle rispettive manifestazioni di godere della giusta attenzione. Tra l’altro dovremo prima comprendere quando si svolgeranno esattamente le Olimpiadi di Tokyo».

Sul ritorno dei tifosi allo stadio o le porte chiuse, Uva sembra avere le idee chiare: «Su questo decideranno i governi politici e sportivi. Credo che la ripresa graduale sia in questo momento la più probabile. Anche perché quando si ripartirà, nella gente ci sarà una voglia di calcio e di sport fortissima. Per cui dovremo fare attenzione a riempire gli stadi, bisognerà farlo ovviamente solo quando saremo in sicurezza piena. Le presenze negli stadi saranno da record».

Si passa poi ad Atalanta-Valencia, considerata da molti la ‘partita zero’: «Mi sono documentato a fondo, con esperti di epidemiologia. Non c’è alcuna evidenza che sia stato così».

Tagli degli stipendi: «Sono d’accordo con Damiano Tommasi, gusto mettere sul tavolo tutte le carte ma dare la giusta priorità ai problemi. L’Uefa in questo campo non ha giurisdizione, essendo i contratti di natura individuale tra datore di lavoro e dipendente. Credo che anche ai giocatori convenga che il sistema resti in piedi: col buonsenso si individuerà una strada condiva e congrua. Bisognerà vedere anche come e quando si riprenderà a giocare».