Coronavirus, Manca (Pres. Simeu): “La medicina del territorio deve funzionare. I pronto soccorso sono presi d’assalto”
“I pronto soccorso italiani sono presi d’assalto da persone asintomatiche o paucisintomatiche che temono di avere il Covid e cercano una risposta che la medicina territoriale non gli sta dando. I presidi ospedalieri Covid sono saturi. I posti letto destinati ai contagiati che erano stati aumentati negli ospedali durante il lockdown sono stati chiusi e dismessi. Non ci sono più i monitor e i letti. I tempi tecnici per riattivarli non sono rapidissimi anche perché manca il personale, aggiungendo che “i nostri pazienti Covid sostano 4-5 giorni in area grigia prima del trasferimento“. Cosa fare allora? Recarsi al pronto soccorso solo per problematiche urgenti. Un breve rialzo febbrile non lo è e nemmeno un rialzo fino a 38,5. Bisogna sempre prima contattare il medico di famiglia. Non si può saltare questo anello della catena.
Ho effettuato un’indagine e ne è venuto fuori che non c’è Regione in cui non si stia verificando questo fenomeno“, ha spiegato Manca. Il motivo è duplice: “Da una parte abbiamo i ritardi nell’effettuazione dei tamponi sul territorio e la scarsa disponibilità dei medici di base, e dall’altra abbiamo una buona parte di pronto soccorso che hanno introdotto i test rapidi“. Va da sè che i cittadini vedano nel presidio ospedaliero d’urgenza “l’unico punto di riferimento.
La medicina del territorio deve funzionare, una grossa mole di pazienti che arriva da noi e dovrebbe essere gestita dal territorio. Si parla di almeno un 30% di pazienti asintomatici e paucisintomatici che potrebbe essere gestita in modo diverso dalle Asl, dai medici di base e dalle Usca: le Unità speciali di continuità assistenziale che svolgono attività domiciliari per i pazienti Covid-19″. Queste le parole Salvatore Manca, presidente di Simeu, Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza, rilasciate ai microfoni di “Sicrapress” in merito all’emergenza Coronavirus.