Il Covid-19 adesso fa paura n Sicilia.
Secondo i dati elaborati dall’ufficio Statistica del Comune la settimana appena conclusa ha fatto registrare il più alto numero di nuovi positivi – 2.998 – e un tasso di positività (numero di positivi in rapporto ai tamponi) quasi doppio rispetto alla settimana scorsa: 6,44 per cento contro 3,77 per cento. La percentuale dei positivi rispetto ai tamponi nell’ultima settimana è di circa tre volte superiore alla media. E il numero complessivo di positivi è cresciuto di oltre un terzo in una sola settimana: sono adesso 6.790, mentre sette giorni fa erano 4.401.
I ricoverati sono 563, 137 in più di una settimana fa. E aumentano anche i ricoveri in terapia intensiva: 70, più 32. I ricoverati rappresentano l’8,3 per cento degli attuali positivi – sette giorni fa erano il 9,7 – e i ricoverati in terapia intensiva l’1 per cento contro lo 0,9 della settimana scorsa.
Unica nota positiva è la crescita del numero dei guariti: sono 5.137, 580 in più di una settimana fa, ed il numero di guariti più alto registrato in una settimana dall’inizio della pandemia. La percentuale dei guariti sul totale positivi è del 41,8 per cento: domenica scorsa era al 49 per cento. I morti sono 29 in più per un totale di 365. Il tasso di letalità (deceduti/totale positivi) è sceso al 3,0 per cento: domenica scorsa era al 3,6.
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando protesta e chiede però che la Regione difenda i dati divisi per singoli comuni come l’assessore Ruggero Razza si era impegnato a fare.
Queste le sue parole all’Anci: “A sette mesi dall’inizio della pandemia e nonostante le ripetute richieste, e a due settimane dall’impegno assunto in commissione Sanità dell’Ars che tutti i sindaci avrebbero ricevuto i dati epidemiologici sulle proprie città, non è stata trasmessa al Comune alcuna informativa sul numero di casi positivi né sugli ospedalizzati né sullo stato di occupazione dei posti letto. Oltre a determinare una difficoltà oggettiva per i sindaci ad operare nel proprio ruolo di autorità sanitarie locali, questo contribuisce a creare incertezze e confusione fra i cittadini e ad alimentare un clima di disinformazione o di informazione parziale o erronea. Rende difficile anche la necessaria collaborazione fra le istituzioni, lì dove fino ad ora vi è stato in generale l’intento di agire in sinergia fra comuni ed autorità sanitarie in questo difficile periodo.”