Coronavirus. madre e figlio spendono 1300 euro di autista per rientrare subito in Puglia dal Piemonte
“Dovevamo restare una settimana a Savigliano per accudire mia zia ma siamo rimasti bloccati due mesi. Non ce la facciamo più e ora non ci sono più soldi neanche per mangiare: l’ultimo sforzo, pagare 1.300 euro per un taxi per tornare a Bari. Non vogliamo aspettare, temiamo arrivi un nuovo decreto che ci trattenga per altri mesi”. Per questo motivo Mirela e suo figlio Alessandro, 14 anni, hanno deciso di affrontare in auto i 968 chilometri che li separano da Corato, la cittadina in provincia di Bari. Stando a quanto riferito da “Repubblica.it”, il “taxi” li ha caricati a mezzogiorno ma la fase 2 per Mirela è iniziata ben prima. Dopo una notte insonne, questa mattina presto con suo figlio e sua cugina è salita sul treno a Savigliano, nel Cuneese, per arrivare alla stazione di Porta Nuova a Torino, sperando di trovare dei biglietti per tornare a casa, in Puglia. “Su internet – spiega sua cugina che li ha accompagnati – non riuscivamo a capire, non potevamo neppure accedere al sito”. Così hanno deciso di preparare le valigie e andare direttamente in stazione dove hanno scoperto la dura realtà: tutti i treni erano già prenotati da tempo, nessun pullman disponibile. “Qualcuno ci ha detto che forse ci sarebbe un aereo ma non possiamo continuare a vivere nell’incertezza, andando avanti e indietro: per questo ci siamo organizzati”. In poco tempo hanno contattato un autista, sono tornati a Savigliano e continuato il viaggio verso il Sud dopo due mesi di lontananza.