Coronavirus, l’infermiera evade dalla quarantena: «Sì, ma per soccorrere suo padre»
Quattrocento metri. Da casa sua a quella dei genitori. E’ questa la distanza percorsa da un’infermiera di San Gimignano positiva al Covid-19, che ha violato la quarantena per soccorrere il padre. Secondo quanto riporta “Repubblica.it”, il pensionato, anche lui contagiato, è caduto in casa dove si trovava da solo da giorni, dopo che la moglie è stata ricoverata in ospedale sempre per coronavirus. Un dramma familiare, nelle settimane difficili dell’emergenza coronavirus. E che è costato alla donna, un’infermiera in servizio all’ospedale Le Scotte di Siena, una denuncia. La donna, uscendo di casa per correre in aiuto del genitore, ha di fatto infranto l’obbligo dell’isolamento domiciliare imposto a tutti coloro che sono positivi al virus. E che non devono avere contatti con altre persone, proprio per evitare il rischio di alimentare il contagio. Ma viene da chiedersi come ci si sarebbe comportati in una situazione del genere. Visto che non si tratta di un atto scellerato, ma di un gesto di disperazione. I carabinieri di Siena, intervenuti a seguito di una segnalazione, hanno fatto sapere che «la posizione della donna sarà valutata attentamente dalla magistratura, potendo sussistere lo stato di necessità». Il pensionato, infatti, è stato poi trasportato all’ospedale di Siena in condizioni gravi. «Non siamo di fronte a un gesto sconsiderato di un’incosciente, ma a un atto dettato da una situazione di pericolo, da uno stato di necessità che auspichiamo possa essere riconosciuto tale anche dell’autorità giudiziaria» ribadisce il presidente dell’Ordine degli infermieri di Siena, Michele Aurigi. «La collega, percependo un pericolo imminente per la vita del padre, è corsa in soccorso del proprio congiunto caduto in casa dove si trovava da solo – spiega Aurigi – Non avrebbe dovuto percorrere quei 400 metri tuttavia è opportuno chiarire che non ha inteso aggirare divieti per fini ludici o voluttuari». «Le forze dell’ordine hanno fatto il loro dovere, questo non è in discussione, e la collega risponderà delle proprie azioni. E’ però importante – sottolinea – non veicolare messaggi ‘leggeri’ o generalizzazioni che possano mettere in dubbio l’integrità morale e la professionalità degli operatori sanitari che oggi sono tutti in prima linea e stanno dando all’Italia e al mondo una inconfutabile lezione di abnegazione, responsabilità e senso del dovere».