Ecco qui di seguito le parole dell’attaccante ex Palermo Davide Lanzafame, intervenuto ai microfoni di “Tuttomercatoweb” in merito all’emergenza Coronavirus.
Come vive questa situazione lontano dall’Italia?
«Mia moglie e le mie bambine sono qui. La mia famiglia è a Torino, i suoceri in Sardegna. Sono chiusi in casa ma in Italia purtroppo non capiscono e c’è superficialità. Finché non ci saranno restrizioni e punizioni, continueremo a ritardare a tornare alla vita di ogni giorno. E’ il limite dell’italiano: abbiamo tanti pregi ma siamo superficiali».
Il virus non conosce confini, però. Non ha paura per la mancanza di restrizioni ungherese?
«Anche se non ci sono restrizioni, sono in quarantena volontaria con moglie e figlie. Mi faccio portare il cibo a casa, cerchiamo di rispettare il prossimo. C’è chi è asintomatico e può contagiare, è meglio non rischiare, è dovere dei cittadini stare in casa».
A livello sportivo, come, cosa e quando è cambiato?
«L’ultima gara l’abbiamo giocata a porte chiuse sabato scorso. Poi hanno stoppato tutto».
Com’è per un giocatore una gara a porte chiuse?
«Mi era già capitato due volte. Sembra una gara d’allenamento, devi trovare le motivazioni da dentro. Il tifo rende tutto speciale, fa diventare una partita qualcosa di vero. Così è suggestivo, siamo professionisti e dovevamo farlo».
E il suo futuro?
«Ho trentatre anni, altri due di contratto. Ho fatto tanti gol qui, sono tornato giovane in Ungheria, vivo il calcio in modo più spensierato. Tornare indietro a quest’età… No. Quando sono arrivato all’Honved volevo chiudere qui ed è ancora il mio obiettivo».
Ci racconti la vita da italiano all’estero al tempo del Coronavirus.
«I ristoranti italiani stanno avendo un danno incredibile. E’ una reazione istintiva da parte della gente, generalizzare. Non li colpevolizzo. Qui sono stato sempre amato, hanno semplicemente paura. Vorrei dare una mano se ci sarà, anche se spero di no, un’emergenza qui in Ungheria, per ricambiare l’amore che mi hanno sempre dato».