Intervenuto ai microfoni di “Adnkronos”, ecco qui di seguito le parole di Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, in merito al perché il virus è diventato più contagioso, a partire da febbraio.
Lo studio mostra «che la mutazione della proteina D614g, riscontrata in numerose sequenze del virus isolato dal tratto naso-faringe dei soggetti infetti fin da febbraio, è diventata strutturale».
«Il ceppo di Wuhan non aveva questa mutazione, che è apparsa dopo che il virus è arrivato in Europa e Nordamerica. E ha reso il virus di Wuhan – aggiunge lo specialista – più capace di infettare l’uomo e circolare nel suo organismo. Ci aiuta anche a spiegare per quale motivo il virus fuori dalla Cina sia apparso più contagioso».
«Questa stessa mutazione – dice Cauda all’Adnkronos Salute – è stata rilevata indipendentemente da altri tre gruppi di ricerca, uno americano del Los Alamos National Laboratory e uno spagnolo di Barcellona. Questo ci dice che Sars-Cov-2 è andato incontro a una mutazione che probabilmente ne ha aumentato la contagiosità, e poi questo virus mutato ha un po’ soppiantato quello di Wuhan. Una conclusione – dice ancora Cauda, parlando da clinico – che è supportata dall’epidemiologia».
«Ma soprattutto – aggiunge Ciccozzi – dobbiamo pensare che questa contagiosità aumentata c’è ancora: ecco perché dobbiamo ancora usare le mascherine e rispettare il distanziamento. Per fortuna il virus circola meno, ma non è il momento di abbassare la guardia. Nel frattempo Sars-Cov-2 si sta adattando a noi sempre di più, come di solito fanno i virus. In questo caso ciò accade perché subisce le pressioni di misure come lockdown e mascherine, ma anche quella della selezione naturale. Insomma, tutto ciò ci fa ben sperare, ma ci invita anche a non mollare».