L’emergenza Coronavirus sta portando conseguenze catastrofiche, infatti secondo quanto riporta “Il Messaggero” si è triplicato il numero di decessi per infarto a causa della pandemia. Infatti la gente preferisce evitare il possibile contagio in ospedale, ma così facendo non cura un possibile infarto. Giancarlo Marenzi, responsabile della Unità di terapia intensiva cardiologica, ha voluto dire la sua su questa situazione: “Dall’inizio dell’epidemia Covid i pazienti arrivano in ospedale in condizioni sempre più gravi, spesso già con complicanze aritmiche o funzionali, che rendono molto meno efficaci le terapie che da molti anni hanno dimostrato di essere salvavita nell’infarto come l’angioplastica coronarica primaria. Il perché risulta chiaro in tutti i Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia: il virus, che non sembra avere un ruolo primario nell’infarto, spinge la gente a rimandare l’accesso all’ospedale per paura del contagio. Purtroppo però questo ritardo è deleterio, e spesso fatale, perché impedisce trattamenti tempestivi e nell’infarto il fattore tempo è cruciale. Il Monzino, insieme ad altri ospedali e società scientifiche italiane e internazionali, dopo aver osservato il calo degli accessi al pronto soccorso ha già lanciato, settimane fa, un appello a non rimandare le cure. Ora i dati di mortalità legata a questo calo ci danno ragione, e ci sollecitano a ripetere con più forza: per evitare il virus non dobbiamo rischiare di morire di infarto”.