Coronavirus, il racconto della studentessa tornata dall’Erasmus: «Un incubo, ecco come sono fuggita»

Chinese passengers wear face masks as they depart from Leonardo Da Vinci airport, at Fiumicino, Italy, for Guangzhou, 27 January 2020. The controls have been strengthened and the medical staffs at the Fiumicino and Malpensa airports have been increased. The decision was made on Sunday by the task force set up by the Italian Ministry of Health to address the situation related to the coronavirus 2019 nCoV that appeared in China. ANSA/ TELENEWS

L’emergenza Coronavirus continua a spaventare tutto il mondo, tanti sono stati i rientri in Italia dall’estero. Tra questi c’è l’ha fatta anche una studentessa universitaria in Erasmus in Spagna.  Secondo quanto riporta “Il Messaggero” la ragazza era in Galizia e il ritorno in Italia, a Perugia per l’esattezza, non è stato affatto agevole. Di seguito il suo racconto: « All’inizio era tutto tranquillo , non c’erano le situazioni critiche che sapevo in Italia. Non mi sono preoccupata più di tanto, poi sono emersi i primi casi con un crescendo spaventoso. Dove stavo io non c’erano tanti casi, ma stavo realizzando che i rischi aumentavano”. Ha sperato di avere aiuti concreti dall’università per stranieri di Siena, dall’unità di crisi del ministero degli Esteri e dall’ambasciata italiana a Madrid. Ma la scuola e le istituzioni non sono andate oltre qualche email di cortesia e vicinanza, con indicazioni generiche senza dare alcuna assistenza pratica nonostante le continue rassicurazioni del governo sul sostegno per favorire il rientro dagli italiani dall’estero, specialmente gli studenti. Ha affrontato tutto con i familiari, nel dialogo quotidiano a distanza per cercare una soluzione che fosse la meno rischiosa possibile. E’ stato tutto tremendamente complicato per andarsene. Poi, il ritorno e la liberazione. Gli occhi lucidi, il sorriso e qualche parola commossa come se avesse rimesso piede sulla terra tornando dalla luna. L’Erasmus si era trasformato per lei in una via Crucis, dimenticando di colpo le prime settimane passate a studiare con tanto di viaggi d’istruzione in altre città iberiche fino in Portogallo. All’inizio era una favola, poi le prima notizie inquietanti dall’Italia e i casi scoppiati in Spagna nel caos ogni giorno più ingestibile».