Coronavirus, Fase 2. Ristoranti e negozi tra plexiglass e distanze: «Così tremila locali non aprono»

Valerio Calderoni, owner of a italian tipical restaurant, and his wife Martina, pose for a picture during a test for a of possible plexiglass separator between tables of restaurant ''Il Ciak'', Trastevere district in Rome, Italy, 23 April 2020. Countries around the world are taking measures to stem the widespread of the SARS-CoV-2 coronavirus which causes the Covid-19 disease. ANSA / FABIO FRUSTACI

Emergono diverse difficoltà per ristoranti e negozi alle prese con le misure anti-Covid-19. A sottolinearlo è “Messaggero.it”. Nei negozi, i titolari dovranno utilizzare all’ingresso termoscanner per misurare la temperatura a dipendenti e clienti. Sul fronte abbigliamento, sarà possibile misurare i vestiti, ma in questo caso i commercianti dovranno sanificare gli abiti. Nei ristoranti, va modificato il layout dei locali, garantendo il distanziamento con uno spazio di almeno 4 metri quadrati per ciascun cliente, ma si ipotizza di ridurre lo spazio a due metri quadri, purché si adottino i plexiglass. Allarme dalle associazioni del commercio romane. Per Stefano Di Niola, leader della Cna capitolina, «il numero di chi chiude potrebbe salire».