Secondo quanto riportato da “Tele Club Italia”, per i lidi vale lo stesso provvedimento valido le altre attività commerciali. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato di recente un nuovo decreto ministeriale che prolunga il lockdown fino al 13 aprile prossimo. Di conseguenza l’unica certezza, per ora, è questa: gli stabilimenti balneari non riapriranno prima di quella data, Pasqua compresa. E non si esclude un’ulteriore proroga della chiusura fino ai primi di maggio. Secondo le attuali disposizioni, nemmeno i gestori potranno recarsi presso il proprio lido a effettuare le attività di allestimento e di manutenzione necessarie a preparare le spiagge all’apertura, con possibili pesanti conseguenze economiche sul turismo in generale. Impedire il montaggio delle strutture e tutte le attività preparatorie che richiedono almeno un mese di tempo, significa infatti ritardare ulteriormente l’apertura estiva dei lidi. È quanto temono le associazioni di categoria di ogni località costiera “Purtroppo, nella crisi in cui si trovano le imprese turistiche, gli stabilimenti sono nella situazione più incerta: non sono al momento considerati dalla politica perché si pensa erroneamente che il loro lavoro non sia ancora iniziato e non hanno le necessarie condizioni normative per stare tranquilli, essendo in possesso di concessioni in scadenza nel 2033 o, peggio, nel 2020“, si legge sul sito di Mondo Balneare. In Sicilia, intanto, il Governatore Musuceci ha già escluso il riavvio delle attività balneari a maggio. La riapertura, prevista per il primo maggio, eè stata sospesa a data da destinarsi. La decisione rientra tra le iniziative di contenimento del contagio da Coronavirus, adottate dall’assessorato alla Salute Sono stati sospesi, per adesso, anche tutti i lavori di campionatura delle acque. Intanto, nell’Isola, i gestori delle strutture balneari saranno esonerati per l’anno 2020 dal pagamento dei canoni delle concessioni demaniali marittime. Lo prevede una delle norme inserite nella nuova finanziaria d’emergenza che il governo Musumeci sta mettendo a punto. Molto dipenderà dalla Fase 2 e dalle nuove disposizioni governative. Da maggio in poi, salvo improvvise risalite della curva epidemiologica, riapriranno diverse attività, tra cui probabilmente anche gli stabilimenti balneari. Un ritorno alla normalità già dopo il 13 aprile appare impossibile, mentre è più probabile che le attività turistiche come alberghi, ristoranti, bar e stabilimenti balneari potranno riaprire all’inizio di maggio o addirittura ai primi di giugno. E resta ancora in campo lo scenario più pessimista, ovvero quello di una chiusura totale fino al 2021. Volendo per ora attenerci a un’ipotesi intermedia, ovvero alla partenza ritardata tra maggio e giugno (sperando nella clemenza del meteo che possa permettere un prolungamento della stagione fino a ottobre per recuperare parzialmente la mancata apertura primaverile), ci sono poi altre possibilità che fanno presagire come la prossima stagione sarà compromessa, difficile e anomala: Se gli stabilimenti balneari riusciranno ad aprire per l’estate 2020, potrebbero vedersi costretti a rispettare adempimenti straordinari di natura sanitaria come la disinfezione quotidiana dei locali, il maggiore distanziamento tra gli ombrelloni, l’uso di mascherine per i dipendenti, il divieto di organizzare eventi che facilitino assembramenti (feste, concerti, balli, eccetera). A dare conferma di questo scenario a “Fanpage” anche Massimo Clementi, professore ordinario del San Raffaele di Milano, in un’intervista rilasciata a La Stampa spiega che con l’emergenza Coronavirus vivremo un’estate quantomeno diversa dalle altre, ma che sarà comunque vivibile grazie al sicuro calo dei casi di contagio: “Si potrà andare al mare, portandosi la mascherina. Magari quella da sub”, commenta con un pizzico di ironia.