Coronavirus e migranti, medici: “Non sono untori. In Africa primi casi portati dagli occidentali”
“I migranti sbarcati nei giorni scorsi in Calabria e in Sicilia, in maggioranza provenienti da Bangladesh e Pakistan, risultati positivi al Covid-19 hanno generato allarme in Italia, facendo temere “una bomba pronta ad esplodere”. Istituzioni, esponenti politici e osservatori hanno subito portato lo sguardo verso l’altra sponda del Mediterraneo, in Africa, finora relativamente risparmiata dalla pandemia, ma che potrebbe diventare un futuro epicentro della crisi sanitaria globale. La positività di questi migranti ci ha rivelato che il virus e’ ancora presente in tutto il mondo e sta proseguendo la sua rotta in diverse direzioni. Sono dati che traducono un quadro multifocale di una pandemia ancora in fase ascendente, con numeri importanti e una diffusione geografica sempre più ampia. Che senso ha trattare i migranti da untori, puntare il dito. In Africa i primi casi sono stati portati dagli occidentali. Il virus in giro per il mondo lo hanno veicolato un po’ tutti, prima i cinesi poi gli europei. In un mondo interdipendente, la pandemia di Covid-19 e’ una manifestazione concreta del significato del termine salute globale e dell’importanza primaria di cooperare. Lanciare la pietra sui migranti o su qualcun altro peggiorerà la situazione e certamente non spegnerà nuovi focolai” è quanto ha detto all’AGI Giovanni Putoto, responsabile della ricerca per Medici con l’Africa Cuamm. “Stando ai dati di oggi, è chiaro che i numeri della pandemia in Africa sono irrisori rispetto al resto del mondo: rappresentano solo il 3% del totale. Pertanto, al momento, non e’ certamente l’area di maggiore rischio su scala globale”, afferma Silvia Mancini di Medici Senza Frontiere,