È la diffusione della variante inglese la grande incognita che pesa sul monitoraggio settimanale dell’epidemia, che determina come ogni venerdì i nuovi colori delle regioni che scatteranno a partire da domenica con le nuove ordinanze del ministro Speranza. La variante in molte grandi Regioni rappresenta oltre un terzo dei nuovi contagi. In Toscana è al 35, in Puglia e in Emilia al 38%. Ci sono poi realtà, come Marche, Umbria e Molise, dove ha superato il 50%. Il tutto grazie a una contagiosità, stimata proprio in questi giorni nel nostro Paese, di circa il 38% superiore al coronavirus che ha circolato fino ad ora. E l’Istituto superiore di sanità rinnova l’invito a innalzare le misure, a limitare spostamenti e contatti, invita gli italiani a restare a casa riducendo al minimo le interazioni con persone diverse dai familiari.
“Ci aspettiamo un aumento dei casi dovuto alla variante inglese. Questa è molto diffusa soprattutto sulla costa adriatica e ha una maggiore trasmissibilità rispetto ai ceppi circolanti superiore al 45% e allo stesso tempo, questa è la buona notizia, non riduce l’efficacia del vaccino. La variante brasiliana è diffusa in Umbria, soprattutto a Perugia e in alcune zone della Toscana con casi sporadici in altre parte del Paese”. Ha evidenziato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, nel suo intervento alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia Iss-ministero Salute.
“Nelle fasce di età più giovani una leggera ricrescita, anche se sempre all’interno di un numero contenuto. Non c’è chiarezza su quale sia l’origine ma è un’indicazione presente anche in altri Paesi” ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, al punto stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio settimanale. Per contro, “l’incidenza dei casi tra gli over-80 sta diminuendo e questo è un primo segnale importante che ci mostra l’importanza di aderire alla campagna vaccinale attivamente. Ciò ha infatti un riflesso sull’incidenza”.
“Siamo arrivati ormai a 3 milioni e 300mila dosi somministrate, con due milioni di italiani che hanno ricevuto una singola dose e 1 milione e 320mila circa che hanno già ricevuto le due somministrazioni. E quindi si presuppone che possano avere la protezione che viene conferita nelle percentuali ormai ben note dai vaccini disponibili” ha aggiunto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli.
L’Rt nazionale a 0,99
L’Rt nazionale sarebbe tornato dopo tre settimane superiore a 1 nel limite superiore, cioè la soglia considerata di sicurezza. Il dato medio è 0,99 e si ottiene appunto considerando i due intervalli di 0,95 e 1,07. Tra le Regioni dove la variante circola di più, l’Umbria è già in zona arancione e in parte (la provincia di Perugia) rossa mentre nelle Marche è stata isolata la provincia di Ancona, anche se la Regione questa settimana resterà gialla. L’incidenza nella settimana del monitoraggio passa da 133,13 per 100mila abitanti a 135,46.
Tre nuove regioni in arancione
Il Molise oggi diventerà arancione in base all’ordinanza che il ministro Roberto Speranza farà dopo la conclusione del monitoraggio. Non sarà la sola. Altre due Regioni sono indiziate di un passaggio dal giallo all’arancione. Si tratta di Emilia Romagna, il cui assessore alla Salute Raffaele Donini ieri ha messo in dubbio il sistema dei colori, e Campania, dove nelle ultime settimane si è osservato un aumento costante dei casi. Si aggiungeranno ad Abruzzo, Toscana, Liguria e Provincia di Trento.
Bolzano rossa, Umbria arancione
Bolzano invece si trova in zona rossa per sua volontà. L’Umbria resta arancione, dopo aver rischiato di diventare rossa (fino ad oggi lo era solo la provincia di Perugia). Il problema è la presenza anche della variante brasiliana. Ieri nuovi esami dell’Istituto superiore di sanità hanno rivelato altri 41 casi di quella modificazione del coronavirus, considerata preoccupante perché si deve ancora chiarire bene quanto il vaccino riesce a contrastarla.
L’Rt nelle regioni
Ecco i dati del fattore di replicazione del virus. Il primo è quello medio, tra parentesi ci sono i due intervalli in base ai quali viene calcolato. L’intervallo più basso è il dato preso in considerazione per la classificazione. Se Rt è superiore a 1 la Regione va in arancione (a meno che non abbia il rischio “basso”), se è superiore a 1,25 in rosso.
Abruzzo 1,17 (1,11-1,23), Basilicata 1,03 (0,82-1,27), Calabria 0,76 (0,67-0,86), Campania 1,16 (1,07-1,25), Emilia-Romagna 1,06 (1,03-1,1), Friuli Venezia Giulia 0,8 (0,76-0,84), Lazio 0,95 (0,92-0,98), Liguria 1,08 (1,02-1,13), Lombardia 0,95 (0,93-0,96), Marche 0,91 (0,81-1,01), Molise 1,4 (1,03-1,83), Piemonte 0,96 (0,92-1). Provincia Bolzano 1,16 (1,12-1,2), Provincia di Trento 1,23 (1,16-1,3), Puglia 1 (0,97-1,04), Sardegna 0,77 (0,71-0,84), Sicilia 0,73 (0,7-0,76), Toscana 1,2 (1,15-1,25), Umbria 1,17 (1,12-1,22) Val d’Aosta 0,92 (0,69-1,18), Veneto 0,81 (0,78-0,85). L’unica Regione ad avere alto il rischio, che viene calcolato in base all’andamento di 21 indicatori monitorati dalla Cabina di regia, è l’Umbria.