Coronavirus, donna si reca dal padre 99enne in fin di vita: multata
Multa di 373,34 euro per essersi recata assieme al marito a trovare l’anziano padre 99enne ormai in fin di vita: è questa l’incredibile vicenda capitata a una donna di Caponago, in provincia di Monza e Brianza, che nella giornata del 30 aprile scorso si è trovata di fronte a un inflessibile agente della Polizia locale di Merate, per il quale la presenza del marito quale accompagnatore della donna non sarebbe stata giustificata.
La donna, un’ex insegnante, si era recata nella casa di riposo dove risiedeva il padre 99enne dopo che questo versava in gravissime condizioni a seguito di un ictus che lo aveva colpito qualche giorno prima. In via del tutto eccezionale, anche considerando la negatività del padre al coronavirus, i medici hanno acconsentito a un incontro di commiato tra il padre e la figlia, che per l’occasione è giunta a Introbio accompagnata dal marito nonché genero dell’anziano, che è in seguito deceduto il 3 maggio successivo.
L’incontro si è svolto in un’ala isolata della struttura, esenti da eventuali rischi di contagio. Sulla via del ritorno però, la coppia è stata fermata da una pattuglia della Polizia locale di Merate, che ha contestato la presenza del marito in quanto “soltanto” genero del 99enne. Per l’agente dunque il grado di parentela dell’uomo non sarebbe stato sufficiente a giustificare la sua presenza assieme alla moglie, come racconta anche la donna: “Abbiamo spiegato la situazione, ci siamo resi disponibili a fornire la documentazione medica, abbiamo chiesto all’agente di chiamare l’Rsa per accertare la nostra autocertificazione, ma ci ha solo risposto “Non mi interessa“. Ci ha detto che lui applica solo le disposizioni: per mio marito, mio padre era “solo“ il suocero, quindi non era una visita motivata dall’urgenza”.
Sgomenta dall’accaduto e dopo aver inviato una lettera di chiarimento al sindaco di Merate, la donna ha già annunciato che presenterà ricorso al Prefetto per il verbale del poliziotto che a suo dire: “Falsa totalmente le dichiarazioni rilasciate da mio marito facendo passare lo spostamento come una normale visita. E poi, come ho chiesto al sindaco nella mia lettera, chi è che decide del grado affettivo tra le persone?”.
Delusa dal comportamento tenuto dall’agente di Polizia, la donna si lascia infine andare a un amaro sfogo: “Abbiamo il massimo rispetto delle forze dell’ordine soprattutto in periodi come questo. Ma siamo stati di fronte a un caso di chiusura totale, e sentirsi dire da un agente che lui deve solo seguire le disposizioni e tutto il resto non gli interessa, è stato raggelante. Sono importanti i controlli delle forze dell’ordine, ma lo sono anche la loro capacità di capire le situazioni e mantenere il rispetto per le persone. Altrimenti si perde la fiducia nelle istituzioni”.