Secondo quanto riportato da “Repubblica”, il Politecnico di Bari, l’Università degli Studi Aldo Moro e il Policlinico del capoluogo pugliese hanno redatto un documento tecnico-scientifico sulle “possibili azioni per contenere la diffusione del virus nella fase post lockdown”. L’obiettivo è controllare la circolazione del virus ed evitare l’innesco di nuovi picchi, con “interventi che incidano su due fattori – spiegano – : il numero di contagi per giorno causato dal singolo individuo positivo e il numero di giorni in cui l’individuo infetto ha contatti sociali con individui sani”. Le ipotesi elaborate dagli esperti prevedono, con riferimento alla riduzione dei contatti per limitare i contagi, la distribuzione di mascherine efficaci a tutta la popolazione da utilizzare quando non sia possibile il distanziamento sociale, interventi tecnici per ridurre la carica dell’agente patogeno nell’ambiente, come ricambio di aria e pulizia o sostituzione filtri negli impianti di aerazione e condizionamento di strutture ricettive e mezzi di trasporto pubblico, interventi per garantire il necessario distanziamento tra individui negli ambienti. Per quanto riguarda il secondo fattore, cioè la riduzione della durata dei contatti, si ipotizza l’incremento del numero di test diagnostici per identificare soggetti contagiosi e isolare i casi positivi al virus, identificazione e tracciamento, tramite l’uso dei dati di geolocalizzazione degli smartphone e tecniche di intelligenza artificiale, della rete di contatti che l’individuo trovato positivo ha avuto nei giorni precedenti al contagio, utilizzo dei sensori presenti negli smartphone, o tecnologie alternative, per registrare temperatura e altri dati biometrici per identificare eventuali casi sospetti ed isolarli con celerità.