Coronavirus, Crisanti: «Il virus si sta spegnendo? Solo chiacchiere»
«Il Coronavirus si sta spegnendo? Si tratta di studi basati su osservazioni estemporanee e non su esperimenti. C’è solo un modo per saperlo, quello di infettare degli animali e dei modelli ma siccome non abbiamo un animale da infettare tutto il resto sono chiacchiere. Sicuramente chi si infetta si ammala meno gravemente di prima ma la carica virale si è abbassata grazie alle mascherine e al distanziamento sociale». Questo quanto affermato dal virologo Andrea Crisanti, professore di microbiologia all’Università di Padova, intervenuto ad “Agorà” su Rai tre.
«Asintomatici meno contagiosi o non contagiosi? Non lo sa nessuno. Ma in moltissime malattie gli asintomatici sono molto più infettivi dei sintomatici”, ha dichiarato il direttore del Dipartimento di microbiologia e virologia di Padova, elencando diverse malattie con questa caratteristica. È il caso della varicella, del morbillo, della stessa tubercolosi. Ed è una questione di selezione naturale. Chi si ammala e sta a letto ha meno possibilità di trasmettere l’infezione rispetto a chi non ha sintomi. Non so su quale base abbiano fatto questa dichiarazione. La scienza è misura, se non ci sono dati e non ci sono numeri non è scienza. Certi messaggi mancano di coerenza e lasciano un po’ di sconcerto. In questa epidemia l’Oms non ha sicuramente brillato per tempestività ed esattezza, non si sa su quali basi vengano fatte certe dichiarazioni.
Per l’Italia, il rischio che nuovi contagi arrivino da fuori non è una possibilità, ma una certezza. Lo abbiamo di recente sperimentato a Padova, dove una badante è tornata da fuori l’Unione Europea e ha infettato tutta la famiglia. Rispetto alle affermazioni che le mascherine non serviranno più da fine giugno mi auguro che Zangrillo abbia ragione, ma la dinamica dell’epidemia nel mondo non ci lascia ben sperare. In una situazione di cui non conosciamo gli elementi, si discute su mutazione, virulenza, casi importati e vediamo la diffusione nel mondo che aumenta secondo me dovrebbero adottare un principio di precauzione. È il primo anno che affrontiamo questa epidemia, è difficile fare previsioni».