Secondo quanto riporta “Palermo Today”, un aereo che non può decollare e riportarti a casa, il conto in banca che piange per un “fresco” licenziamento. Il contratto d’affitto che scade a fine mese, il papà che sta male e non puoi raggiungerlo per stargli vicino. E’ la storia di Riccardo Di Stefano, trentenne palermitano bloccato in Spagna perché il Coronavirus ha chiuso le frontiere. A Torrent, vicino Valencia, il ragazzo cresciuto a Cruillas era andato per tentare fortuna come pizzaiolo. Appena qualche giorno dopo l’assunzione però la pandemia di portata mondiale ha imposto la chiusura dei ristoranti, e anche il suo è stato costretto a mandare tutti a casa. Per lui in più anche il benservito. Insieme alla sua fidanzata Fabiana, di poco più piccola di lui, avevano trovato un pronto accomodo a casa di alcuni amici in attesa di una sistemazione tutta loro. «Era novembre, siamo venuti qui per lavoro – racconta Di Stefano a PalermoToday -. Io pizzaiolo, la mia compagna invece cameriera nello stesso ristorante. Stavamo ingranando, ci vuole del tempo a cambiare Paese e a ricominciare. Avevamo appena iniziato col nuovo lavoro ma siamo stati subito licenziati. Il Covid-19 è arrivato anche qui, i ristoranti hanno chiuso e il titolare non ha potuto fare altrimenti». Il lockdown, in Italia come in Spagna, ha costretto anche loro a restare a casa, ospiti da alcuni amici che tuttavia a fine aprile dovranno lasciare l’appartamento. «Abbiamo seguito le direttive delle autorità, siamo stati rinchiusi per evitare di essere contagiati e abbiamo resistito fino all’ultimo – spiega ancora -. Qui in Spagna lo stato di emergenza è fissato fino al 9 maggio. Attualmente hanno chiuso tutti i collegamenti con l’Italia, noi siamo bloccati qui. Non possiamo più tornare a Palermo. Non abbiamo più soldi, tra qualche giorno non avremo più neppure un tetto. E in più mio padre sta male, io devo tornare da lui. Ha bisogno di me». Riccardo e Fabiana hanno contattato sia il Consolato che la Farnesina. «I collegamenti sono interrotti – conclude -. L’unica opzione sarebbe una nave che da Barcellona ci porti a Genova, poi un volo da Genova a Roma e infine da Roma a Palermo. Ci vogliono più di 400 euro a persona, soldi che non abbiamo, col rischio peraltro di prenderci anche qualcosa tra mezzi pubblici, nave e aerei. A quel punto la quarantena che abbiamo fatto a casa sarebbe vana. Abbiamo fronteggiato questi mesi pagando bollette, affitti, spese. Senza un lavoro. I miei genitori non possono più aiutarmi. Mia madre è in pensione da qualche giorno e chissà se la riceverà mai. Come faccio a tornare a casa?».