Secondo quanto riporta “Repubblica”, la preghiera in chiesa, domenica mattina, costerà 400 euro a una donna di Collegno, alle porte di Torino, che è stata multata per aver violato le misure anti-Coronavirus. La donna, 48 anni, domenica mattina poco prima di mezzogiorno era uscita di casaassieme alle due figlie per raggiungere la chiesa di Santa Maria, a Grugliasco. Un tragitto di poco meno di un chilometro dal centro di Collegno. “Vado in chiesa per pregare”, ha scritto la donna sull’autocertificazione che la polizia municipale le ha chiesto di compilare quando l’ha fermata in via Costa, a pochi minuti dalla meta. La preghiera, però, seppure i decreti ministeriali vietino soltanto le celebrazioni e non le manifestazioni di culto dei singoli, non è considerata una necessità urgente che rientri nelle possibilità previste dall’autocertificazione (motivi di salute o lavoro). La donna stava per scavalcare i confini comunali per compiere qualche metro nel comune confinante e raggiungere la chiesa che frequenta da sette anni. “Ho saputo della multa e mi spiace molto – commenta il parroco don Lorenzo Sibona – conosco la signora e le figlie: fanno parte della nostra comunità da tempo e d’altronde la metà dei nostri fedeli arrivano da Collegno perché la nostra chiesa si trova sul confine”. Per questo la donna, domenica, si è diretta verso Grugliasco. Ma anche perché la chiesa più vicina a casa sua, la parrocchia Beata Vergine Consolata di via Ulzio 18 a Collegno, era chiusa: “Da una decina di giorni non è più possibile nemmeno entrare per pregare singolarmente e così succede in altre chiese del territorio”, spiega una collaboratrice del parroco della chiesa di Terracorta. Diversa la scelta di alcune chiese di Grugliasco: “Con altre tre parrocchie del centro abbiamo deciso, almeno la domenica, di dare la possibilità di prendere l’eucarestia e pregare singolarmente – spiega don Lorenzo – Io indosso tutti i dispositivi di protezione necessari e in chiesa non ci sono più di una manciata di persone per volta che pregano in silenzio e che, quando vogliono, possono avvicinarsi all’altare per la comunione. Anche le panche vengono pulite con cura più volte per garantire la sicurezza”. Un altro esempio è quello di Novara, dove un parroco, in attesa (e nella speranza) che vengano allentate le maglie del decreto, sta organizzando le messe con prenotazione sul web. Ogni celebrazione è comunque stata sospesa da settimane ma la preghiera dei singoli non è vietata “purché con modalità tali da assicurare adeguate forme di prevenzione da eventuali contagi”. A dirlo è il Dcpm, ma il dipartimento di pubblica sicurezza precisa: “Al fine di limitare gli spostamenti dalla propria abitazione è necessario che l’accesso alla chiesa avvenga solo in occasione di spostamenti determinati da comprovate esigenze lavorative ovvero per situazioni di necessità, e che la chiesa sia situata lungo il percorso in modo che, in caso di controllo da parte delle forze di polizia, possa esibirsi la prescritta autocertificazione in ordine alla sussistenza di tali specifici motivi”. Ed è a questa precisazione che si sono appellati i vigili di Collegno per emettere la sanzione: la donna infatti era uscita per la necessità di una preghiera ma quella motivazione, da sola, non è considerata valida: non si tratta, insomma, di “una necessità urgente”.