Coronavirus Cina, la polizia ammette: “Fu un errore punire il medico-eroe Li Wenliang”

La polizia di Wuhan si è scusata con il medico-eroe Li Wenliang – che per primo lanciò l’allarme sul coronavirus e in seguito ha perso la vita proprio per aver contratto il Covid-19 – per la convocazione e la reprimenda ai suoi danni con l’accusa di “diffusione di false informazioni su internet”. L’Ufficio di pubblica sicurezza della città focolaio della pandemia ha scritto in una nota che sul caso “ci furono applicazione errata della legge e procedure irregolari”. Le scuse arrivano dopo le conclusioni della National Supervisory Commission, secondo cui “l’azione della polizia non fu appropriata”. Li Wenliang era oculista in uno degli ospedali della città di Wuhan e il 30 dicembre avvertì alcuni studenti della scuola di medicina di prestare attenzione a un nuovo virus che si stava diffondendo avvisandoli che alcune persone erano già state messe in quarantena. Nella chat di gruppo qualcuno chiese se si trattasse di un’epidemia simile alla SARS. Quel messaggio uscì dalla chat ristretta e cominciò a rimbalzare sui social di tutta la Cina. Fu un bel guaio per Li: venne interrogato dalla Polizia e addirittura accusato di procurato allarme per avere diffuso notizie false e allarmato la popolazione.

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Redazione Ilovepalermocalcio