“Se ricevete una chiamata dal numero che inizia con 06.5510 è la Croce Rossa Italiana, non è uno stalker, non è una truffa telefonica, ma è un servizio che potete rendere al vostro Paese attraverso un piccolo prelievo venoso”. Lo ha dovuto chiarire il presidente della Croce Rossa, Francesco Rocca, in merito all’indagine sierologica avviata da ieri.
Sono state oltre 7300 le chiamate effettuate dalla Croce Rossa per contattare i cittadini del campione che parteciperà all’indagine sierologica nella prima giornata di ieri. Finora, solo il 25% del campione ha detto si all’esecuzione del test già al primo contatto mentre sono oltre il 60% le persone che hanno chiesto di essere ricontattate per vari motivi e circa il 15% quelle propense ma che per il momento stanno ancora valutando.
“È un’analisi nazionale su un campione di 150 mila persone che ci permetterà di capire esattamente cosa è successo nel paese sulla diffusione del nuovo coronavirus. Conoscere l’epidemia è un modo importante per affrontarla meglio e per vincerla”, ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza visitando il centro operativo da dove da ieri si stanno effettuando le chiamate ai cittadini per l’indagine di siero prevalenza del ministero della Salute e Istat.
Al lavoro, si apprende dalla Cri, ci sono oltre 700 operatori volontari, che hanno ricevuto una formazione nella scorse settimane. I call center operativi sono 21, uno in ogni Regione, ai quali si aggiunge un Centro nazionale di supporto. La Lombardia registrerà il più alto numero di cittadini contattati, pari a oltre 30mila. Seguono il Veneto (13mila); Emilia Romagna (12mila); Campania, Lazio e Sicilia (oltre 11mila); Piemonte (10mila) e a seguire le altre Regioni, fino alla Valle d’Aosta dove saranno contattati oltre 4mila cittadini. Il campione, elaborato con l’Istat, viene individuato sulla base del genere e suddiviso in 6 classi d’età, per Regione ed attività lavorativa. Gli operatori Cri saranno impegnati nelle fasi di prelievo a domicilio e negli ambulatori, ma nelle Regioni Lazio, E.R., Piemonte, Molise e provincia autonoma di Bolzano si occuperanno solo del prelievo a domicilio.
L’indagine epidemiologica nazionale, come riporta La Repubblica, è volta a stimare il numero delle persone che hanno sviluppato anticorpi al SarsCov2 e mira a fotografare la diffusione del virus sul territorio. La procedura dovrebbe durare all’incirca 15 giorni ma già dopo le prime 20 mila unità analizzate si potrà avere un’anticipazione del trend di diffusione del virus sul territorio nazionale. Per disporre di una prima fotografia epidemiologica, dunque, non si dovrà attendere molto: “C’è un campione anticipatorio di circa 20 mila unità, senza aspettare l’elaborazione di tutti i 150 mila test. Su una prima parte dei dati rilevati saremo quindi in grado di fornire delle anticipazioni”, spiega il presidente dell’Istat – che coordina l’indagine insieme al ministero della Salute e con il supporto della Cri – Gian Carlo Blangiardo. Il campione anticipatore ha al momento la finalità di fornire in fretta le informazioni e ricalibrare meglio l’indagine con dei piccoli interventi se necessari.