Cinque persone con la febbre fermate alla stazione centrale di Napoli. A tutti i viaggiatori in arrivo alla Stazione Centrale di Napoli, quindi, in queste ore si sta facendo la misurazione della temperatura corporea.
Napoli, bloccate 5 persone con febbre in stazione
Come riporta Fanpage.it, nel corso delle verifiche di ieri pomeriggio tre avevano la febbre, altre due questa mattina, nel corso dei controlli effettuati dalla task force Polfer, Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), medici della Federazione dei medici di medicina generale, e Protezione Civile Regionale.
“La richiesta di potenziare i controlli, infatti – spiega Pina Tommasielli, responsabile territori dell’Unità di Crisi per il Coronavirus – era partita da Ferrovie dello Stato e l’Unità di Crisi della Regione Campania l’ha accolta subito”.
Ieri, prima del blocco dei treni a lunga percorrenza fatto dal Governo, sono arrivati a Napoli diversi convogli. “Sono stati bloccati agli arrivi 3 passeggeri con la febbre – continua Tommasielli – e altri 2 sono stati individuati questa mattina. Il nostro presidio medico è dotato di due apparecchi laser per rilevare la temperatura di ultima generazione, in grado di misurare la febbre in pochi secondi”
Quando i valori sono di 37,5 gradi – prosegue – il viaggiatore viene inviato dal medico per la schedatura e la messa in quarantena e il nominativo viene segnalato all’Asl di competenza per la sorveglianza”, ha spiegato Tommasielli.
Bloccati viaggiatori a Milano
Allestite due postazioni con termoscanner a laser alla stazione centrale di Napoli. La decisione arriva ancora prima che il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, firmasse l’ordinanza.
A Milano stamattina bloccati tre viaggiatori diretti a Napoli con il Frecciarossa in partenza da Milano Centrale alle 9,55. Ma i passeggeri in totale erano poche decine. L’esodo, tuttavia, non si ferma. Ieri lunghe code di auto agli imbarcaderi sullo Stretto di Messina. “Mi segnalano appena adesso che a Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate. Non è possibile e non accetto che questo accada. Il governo intervenga: non siamo carne da macello”, è lo sfogo del governatore della Sicilia Nello Musumeci.