Eugenio Corini è stato intervistato dal mensile “I Love Sicilia” trattando vari temi, dal suo passato al suo presente.
Ecco qualche estratto:
“Che rapporti ha avuto con i suoi allenatori? «La voglia di giocare, di arrivare e un carattere, diciamo così, un po’ particolare, mi ha indotto a alcuni errori nella gestione dei rapporti con qualche allenatore”. Tipo con Roberto Mancini alla Samp… Altro sorriso, stavolta un po’ amaro. “Ero una persona cui mancavano le sfumature di grigio, tutto era o bianco o nero, anche lì avrei potuto dire le cose che avevo da dire – se devo dire una cosa non riesco a tenermela – in modi e tempi diversi. Non fu così e il rapporto con l’attuale ct della Nazionale si deteriorò, al punto da decidere di cambiare squadra a fine anno».
«L’arrivo al Chievo Verona ultima spiaggia? Ero molto motivato, arrivai al Chievo dopo aver rifiutato il rinnovo al Verona, peccato che alla prima partita davanti a soli 1.400 spettatori sento nuovamente cedere il ginocchio. Lì ho visto davvero il baratro, la seconda volta il ginocchio dopo solo un anno e mezzo dal primo, a 28 anni, in una squadra medio-piccola di serie B, ho creduto veramente di andare verso la fine. Fortunatamente alla fine dell’anno riesco a giocare le ultime partite e a ricevere la proposta di rinnovo. Da lì sono tornato, e probabilmente con tutte le esperienze dei 12 anni prima, gli errori fatti, la maturazione personale, il fatto di essere riuscito ad andare oltre le difficoltà dettate anche dai gravi infortuni subiti, sono riuscito a trovare un mio equilibrio giocando poi per altri 10-12 anni. Col Chievo ho vissuto la mia rinascita, momenti esaltanti, fatti di un calcio spumeggiante. Poi per ragioni mie personali avevo la volontà di andare via da Verona e di vivere esperienze diverse. Avevo tante possibilità ma alla fine scelsi Palermo. Perché proprio Palermo? Rimasi rapito dalla città anni prima quando venni a giocare con la Juventus. Rino Foschi mi cercò già a gennaio ma Delneri mi disse che non poteva sostituirmi durante la stagione, a fine anno si ripropose il Palermo tramite Silvio Baldini, e Foschi che era ancora il ds fece un’offerta, ma il Chievo non voleva lasciarmi partire. Anche il Genoa mi fece un’offerta importante con un anno in più di contratto, ma io volevo solo il Palermo, e nonostante Zamparini avesse il dubbio che io volessi venire a Palermo in pensione gli dissi che potevo andare a Genova con un anno in più di contratto ma che sarei venuto in Sicilia con un biennale, che lui mi avrebbe potuto rinnovare. Non ho una spiegazione logica».