Eugenio Corini ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Modena, in programma domani alle ore 20:30 al “Braglia”.
«Il Modena? Guardando alle ultime gare del Modena, io vedo una squadra viva fino all’ultimo. Contro la Sampdoria ha creato occasioni e anche contro il Palermo la squadra è rimasta in partita. Nel derby contro il Sassuolo avrebbero potuto anche passare in vantaggio, ma anche dopo aver preso gol è andata vicina a segnare. Sappiamo bene che resta una squadra di valore, anche se sta pagando qualche risultato non all’altezza. In panchina c’è un allenatore importante che conosce bene la categoria e può contare su qualche elemento recuperato.
La Cremonese conterà su qualche rotazione? Qualche acciacco dopo la gara contro la Salernitana c’è ma è più che normale dopo solo 72 ore di recupero dalla precedente gara. Faremo la rifinitura la mattina prima del match per togliere ogni dubbio, ma l’unico assente come già detto in passato sarà Ceccherini.
Cinismo anche in Emilia? Il concetto di restare bloccati dietro toglie profondità all’avversario, ciò che conta è togliere velocità di manovra all’avversario, non solo il possesso. Contro la Salernitana abbiamo fatto questo, tanto che hanno tenuto la palla in maniera statica e noi abbiamo sofferto poco a parte il gol preso. I primi venti minuti abbiamo avuto difficoltà nel mettere la palla a terra, ma poi siamo cresciuti e siamo sempre riusciti ad attaccare guardando la porta avversaria con azioni coordinate. In qualche occasione non abbiamo finalizzato, cercando un passaggio di troppo, certo, ma siamo solo all’inizio di un percorso che può farci crescere.
Progressi in termini di velocità nella costruzione della manovra? C’è un concetto legato al recupero della palla: la prima idea è andare verso la porta avversaria e se non ci riesci devi consolidare il possesso, prenderti a volte un tempo, ma questo aspetto per me è stato fatto bene. Nella seconda parte del primo tempo e per tutto il secondo tempo la squadra ha saputo uscire dalla pressione della Salernitana in maniera pulita e prendere velocità, nonostante il loro pressing fosse anche nella nostra metà campo. La nostra, nei primi 20-25 minuti è stata una fase d’attesa su cui avevamo lavorato ma non siamo riusciti nel recupero palla ad essere qualitativi, poi siamo cresciuti, abbiamo messo palla a terra iniziando a palleggiare e, uscendo bene dalla pressione, sia in questa fase sia in quella che poi ha messo la palla a terra, ha cominciato a palleggiare, abbiamo preso velocità nel gioco offensivo costruendo situazioni da gol.
Ingresso di Castagnetti? Spesso ho parlato di conoscenza e di occupazione degli spazi, poi con le caratteristiche dei giocatori si possono spostare gli equilibri. La squadra sa sviluppare bene anche questo modulo, cambiano solo le caratteristiche dei giocatori in campo. Ho terzini di assalto e di contenimento, ad esempio, ma fa parte di tanti aspetti che rientrano in un modo preciso di vedere il calcio. Possiamo partire diversamente anche dall’inizio ma, in ogni caso, si cambia spesso in corsa.
Con la Salernitana? Sono passato al 4-3-3 perché volevo più palleggio e sapendo che affrontavo un sistema identico ho fatto quella scelta in quel modo: consolidando il possesso abbiamo difeso bene. Castagnetti l’avevo visto bene e avevo pensato lui già a inizio secondo tempo ma Pickel era in una condizione atletica totalmente diversa e dunque in quel momento ho preferito nel 4-2-3-1 puro avere un centrocampista che avesse una corsa, un dinamismo diverso da quello che per caratteristiche può avere Casta. Strada facendo l’ho letta così per dare alla squadra più personalità nell’uscita bassa e attaccare con due punte esterne e una punta centrale con caratteristiche diverse da quella di Bonazzoli che è più elemento di di raccordo rispetto a Nasti. Sono queste le letture che andiamo a sviluppare per avere una strategia che sia la più corretta. Rispetto all’altro tema penso che ai giocatori d’attacco qualcosa si possa concedere in determinate zone di campo, quando arriviamo nell’ultimo terzo invece è giusto rischiare l’uno contro uno, rischiare la giocata, avere una visione se è meglio un filtrante rispetto o una conclusione personale. Abbiamo sviluppato bene in catena laterale, siamo andati a crossare con facilità creando tante situazioni da gol. Ai giocatori che hanno fantasia qualcosa bisogna concedere dove possono rischiare la giocata in più.
Due vittorie su due gare? Quanto conta questa partenza per creare le basi su cui lavorare? La forza di un allenatore è confidare nel lavoro e nel percorso che ha scelto. Il risultato crea consapevolezza, che era uno degli obiettivi da raggiungere. Due risultati importanti aumentano la fiducia per arrivare a fare cose che sentiamo più nostre. Siamo su una strada che ci ha portato a risultati importanti, ora c’è da consolidare contro il Modena.
Bonazzoli? Federico dal punto di vista atletico può crescere ma ha qualità e l’azione del gol del 2-0 è significativa della disponibilità della squadra di fare battaglia insieme. Lui è un giocatore su cui confidavamo e sapevamo che era un valore assoluto, ha avuto bisogno anche lui di una prova da campo, l’ha superata brillantemente e adesso questo percorso va alimentato consolidando la sua condizione atletica e lo spirito che è stato quello giusto.
Modena chiuso? Assolutamente, hanno tanti giocatori con attitudine offensiva: da Palumbo a Bozhanaj, da Caso a Defrel a Gliozzi. E’ una squadra costruita per definire una linea che stanno portando avanti. Hanno disputato buone prestazioni al di là dei risultati, da questo punto di vista riuscire in un’ottima fase difensiva diventa un valore assoluto.
In classifica sono stati guadagnati due punti su Pisa e Spezia? La B è così. Il nostro obiettivo era restare attaccati nelle zone alte dove ci piace stare, ma sappiamo che conta di più la gara successiva. In questo campionato quattro partite spostano tutti gli equilibri e le ultime sei sono sempre le più determinanti. La Serie B storicamente è sempre stata un campionato equilibrato e va vissuta gara dopo gara. In questa categoria può succedere di tutto, ma resterà sempre la gara successiva l’obiettivo da tenere in mente».