Il tecnico della Cremonese Eugenio Corini ha parlato in conferenza stampa in vista della sfida contro la Juve Stabia.
Ecco le sue parole:
«Affrontiamo una squadra che sta facendo molto bene, viene da un bel campionato vinto in Serie C. Sta riproponendo un buon calcio, abbiamo consapevolezza del lavoro svolto da loro e della forza dell’avversario. Ci siamo allenati bene, voglio vedere le cose provate. Ho visto grande predisposizione da parte dei nostri ragazzi. La partita è una verifica di tutto questo. Per l’avversario e per il momento è una partita complicata, ma le difficoltà vanno affrontate».
«Loro palleggiano molto, hanno capacità di saltarti in pressione. Abbiamo un’idea su come abbiamo lavorato per contrapporci al loro stile di gioco. Vogliamo recuperare la palla, loro escono bene col palleggio e hanno determinate soluzioni per venire fuori da certe situazioni. Secondo me, dalla percezione avute, qualcosa su cui abbiamo lavorato ci sarà in campo. Se la mettiamo giù in un certo modo, possiamo farebene. I nostri valori sono importanti, ci si basa sulla mentalità che dev’essere quella giusta. La cattiveria agonistica è fondamentale per elevare la qualità tecnica: solo così certi valori possono uscire. Ho fiducia sul lavoro svolto».
«Johnsen sta procedendo bene il recupero, lunedì quando rientreremo da Castellammare dovrebbe rientrare in gruppo pienamente. Ceccherini ha sentito fastidio al polpaccio ai primi allenamenti quando sono arrivato, gli esami hanno evidenziato, purtroppo, una lesione. Castagnetti è rientrato questa settimana a step, deve lavorare tanto, ma la sua importanza nel gruppo, anche a livello caratteriale, è fondamentale. Era importante rientrasse in gruppo, col lavoro tornerà ad avere una condizione adeguata. I nazionali li ho trovati bene e molto motivati, avevo parlato anche al telefono con loro quando ero appena arrivato».
«Il lavoro di Stroppa è stato molto importante nel controllo del gioco. Quando si supera una certa pressione, si deve diventare veloci. Un lavoro già partito con la precedente gestione. Abbiamo cercato di far conoscere ai ragazzi gli spazi che si liberano e come andarli a prendere. La loro difesa è molto aggressiva, noi dobbiamo cercare con certi movimenti di metterli in difficoltà. Poi chiaro che giochiamo con una punta, due o così via in base a come si mette la partita. La strategia deve modularsi in base alla gara».
Il calcio una volta era più alla mano, oggi è una scienza. Le occasioni da fermo diventano fondamentali: abbiamo avuto spesso giocatori che sono scesi in campo a piede invertito. Con lei come sarà? «Dipende dalle situazioni, la cosa fondamentale è che fino all’ultimo metro c’è una profondità da attaccare. Quando parlo di andare in verticale vuol dire allungare molto la squadra avversaria, stiamo lavorando molto sotto questo punto di vista. Devo dire che ci sono comunque tanti principi che andavano di moda quando ancora giocavo io e che sono tutt’ora attuali. Nel tempo poi le cose vengono leggermente modificate, oggi si vuole più fare spettacolo. Le palle inattive di sicuro sono fondamentali: abbiamo tanti saltatori, anche le avversarie segnano il 30-32% dei gol su queste situazioni».
«Quando si rappresenta una squadra, si rappresenta una città, una tifoseria. Alle volte le settimane sono condizionate dal rendimento della squadra e noi vogliamo regalare una gioia. Andare in trasferta è un sacrificio ulteriore, c’è sotto un amore per la squadra incredibile. Lavoreremo per regalare soddisfazioni a loro, a tutti quanti. L’appoggio non mancherà e dovremo meritarcelo: serve una prestazione volta al raggiungimento del risultato».