Corini ipoteca il futuro: «City, sogna di riportare il Palermo dov’era una volta»
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo in ritiro a Manchester e su Corini che in quel di Manchester ha rilasciato le seguenti parole:
Corini si mangia il futuro con gli occhi. «Se tra cinque anni avrò ancora questa maglia addosso significherà che le cose sono andate bene. Io non penso alla panchina del City semplicemente perché non avrebbe senso e perché il mio impegno è dare al Palermo quello che ancora non vedo». L’anima, ammesso che qualcuno l’abbia mai vista. «Semmai, penso alla partita con il Südtirol che arriva tra due settimane. Avessi dovuto fare il ritiro in Italia, da qualsiasi parte, ci sarei andato con il medesimo spirito. Io devo conoscere i giocatori, i giocatori devono conoscere me e conoscersi tra loro. E io cerco la chiave per entrare dentro ciascuno e convincerli tutti che in ogni allenamento s’impara un movimento, si aggiusta una virgola. Quelle virgole che, dopo la bella vittoria con il Genoa, ci hanno portato via con il Frosinone una partita che era impossibile perdere».
Non voleva crederci, ma è andata così e il Palermo adesso come adesso sta più giù che su in classifica. «Ma ci serve tempo. Anche nei momenti più difficili basta poco per rialzarsi. Questo me lo ha insegnato la città, me lo ha spiegato il presidente e l’ho visto accadere tante volte. A marzo il Palermo era cotto, tre mesi dopo era in Serie B. E adesso è in un gruppo finanziario e sportivo che gli apre prospettive spettacolari. Ma è pure possibile infilarsi nelle sabbie mobili e non uscirne più: pensate al Chievo. Per questo ho detto chiaramente ai giocatori che non siamo a Manchester in gita, bensì per una settimana di lavoro. Da sfruttare al massimo».
A occhio, lo ascoltano. «Come me, che ho vissuto quel periodo, sognano di riportare il Palermo dov’era una volta. E ci crede anche il City. Qui hanno visto in noi il valore e i valori, la determinazione e il potenziale. Loro credono in noi, e noi anche. Sei partite e riesco ancora a infuriarmi per qualcuna andata male perché ci siamo lasciati sfuggire dei particolari: vuol dire che in ogni giocatore c’è un’area di miglioramento. Sta a me individuarla, a lui lavorarci su». E crearsi l’anima, chi non pensa di averla. «E prepararsi il futuro. Perché il Palermo ha un futuro, possiamo essere il futuro».