Coppa Italia, Napoli-Palermo. Foschi: «Gli investimenti di De Laurentiis? Le sue lacrime mi hanno ricordato Zamparini…»
Durante un’intervista a Radio Punto Nuovo, nel programma Punto Nuovo Sport, è intervenuto Rino Foschi, ex direttore sportivo del Palermo. Foschi ha parlato con nostalgia dei tempi dell’era Zamparini, del calcio a Palermo e delle difficoltà che attendono la squadra siciliana nella prossima sfida contro il Napoli in Coppa Italia:
«Napoli-Palermo mi riporta alla mente tanti ricordi dall’era Zamparini, quando sfioravamo la Champions e giocavamo in Europa. Sarà bello respirare lo stadio di Napoli, nella memoria della Serie A che è stata. Il calcio a Palermo si vive come in pochissimi posti in Italia. Sarà un orgoglio per la piazza giocare contro gli azzurri, nella speranza di centrare presto il ritorno in Serie A.
Il Napoli è una squadra fortissima, allenata da un grande allenatore: sarà una trasferta difficilissima! So che Cremonese e Frosinone sono riuscite nelle imprese, ma al Palermo non credo riuscirà… Il Napoli di Conte è un’altra storia, non sbaglia virgola e non prenderà sottogamba questa partita. Non dobbiamo piangerci addosso, ma gli azzurri non snobberanno la Coppa Italia.
Gli investimenti di De Laurentiis? Le sue lacrime mi hanno ricordato Zamparini… Non ho mai avuto una grande simpatia per lui, non l’ho mai nascosto. In questo momento però ha fatto prima un passo indietro e poi uno avanti, lo stimo per quello che sta facendo. Sta lavorando come Zamparini al Palermo ed è un complimento enorme per me.
Il caso Osimhen? Se parlo come penso, faccio male a qualcuno. Il calcio è cambiato e non mi piace più. Sono vicino a De Laurentiis, mi dispiace molto. Sono sorpreso che le persone vadano ancora allo stadio nonostante tutto. I presidenti non contano più nulla, ormai vengono ricattati di continuo dagli agenti e dai parametri zero. E così anche i direttori sportivi non contano più nulla. Si pensa a fare commercio, il calcio ormai è finito. Datemi un’ora di televisione e faccio nomi e cognomi. Una persona seria oggi non può più fare calcio in Italia».