Conte: “Su MES deciderà il Parlamento, da UE pacchetto importante ma non basta”

Il premier Conte, intervenuto in un’intervista a “Euractiv”, ha parlato della situazione legata al MES. Il Governo considera il pacchetto di aiuti dell’Unione Europea (BEI, SURE e MES) come un’ottima base di partenza per la risposta al coronavirus, ma reputa necessario che il confronto sul recovery fund riprenda con la massima celerità; sull’utilizzo del MES senza condizioni, limitatamente alle spese sanitarie, la decisione finale spetta al Parlamento. È questa, in sintesi, la posizione espressa dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alla vigilia del Consiglio dei ministri chiamato ad approvare il nuovo decreto con le misure economiche, ora ribattezzato “Dl Rilancio”. Spiega Conte: “Il pacchetto comprensivo di Bei, Sure e Mes è un passo importante verso una condivisione dei costi della pandemia tra Paesi UE e per una strategia di rilancio comune. Tuttavia, è ancora insufficiente”. Nella sua lettura, rafforzare le garanzie della Bei e introdurre il nuovo schema di assicurazione europeo per il contrasto alla disoccupazione, infatti, sono “decisioni da sostenere con convinzione” perché rappresentano risposte immediate a problemi che avranno un impatto enorme sull’economia dell’Eurozona.

Sul MES, invece, Conte ribadisce di voler mantenere un “atteggiamento molto prudente”, malgrado l’esposizione del ministro dell’Economia Gualtieri e l’accordo raggiunto in Eurogruppo: “Lo strumento è stato pensato per shock asimmetrici ed è inserito in un quadro di regole che riflette questa sua origine. L’Eurogruppo ha chiarito che il regime di sorveglianza normalmente associato alle linee di credito del Mes non dovrà essere applicato nel caso della pandemic support line. Resta il fatto che in ogni caso a decidere se all’Italia convenga attivare o meno tale linea sarà il Parlamento italiano”.

Nel corso della stessa intervista, Conte ha parlato anche dei temi del decreto Rilancio, anticipando che l’esecutivo è “al lavoro su un pacchetto di interventi coraggiosi, per ridurre i tempi di realizzazione delle opere pubbliche, soprattutto quelle infrastrutturali, e dare un taglio netto alla burocrazia”. Si partirà con un “meccanismo semplificato di erogazione della Cassa Integrazione Guadagni in deroga, fondamentale per ampie categorie di lavoratori”, che sarà già inserito nel decreto, in cui troveranno posto altri interventi di sburocratizzazione: “Stiamo ragionando, quanto meno per un campione specifico di opere, di ricorrere a iter autorizzativi semplificati, senza che questo faccia venir meno i controlli più rigorosi”.