«La cosa che mi è piaciuta di più dell’Inghilterra è l’atmosfera. Puoi respirarla in ogni momento. Qui si vedono tifosi di squadre diverse che vedono la partita in totale sintonia. Ricordo nella passata stagione, quando abbiamo vinto contro il Middlesbrough e li abbiamo costretti alla retrocessione. I loro tifosi li hanno comunque applauditi. E anche quelli del Sunderland, che era già retrocesso da settimane, sono stati incredibili. In Italia è molto diverso: queste sono si vedono più difficilmente e c’è molta più polizia. Questo è il campionato più difficile, intenso, il più duro senza dubbio. In Spagna hai due squadre che possono vincere come il Real Madrid e il Barcellona, ogni tanto c’è l’Atletico. In Italia c’è solo la Juventus. In Germania solo il Bayern Monaco, tranne la parentesi del Borussia Dortmund di Klopp. In Francia solo il PSG, a parte l’anno scorso con la vittoria del Monaco. In Inghilterra ci sono sei squadre che possono vincere: Manchester City e United, Liverpool, Arsenal, Tottenham e Chelsea. Ho fatto la mia prima esperienza da allenatore a 14 anni, ho sempre sentito che questa doveva essere la mia vita. Anche se a volte la odio, perché sento di perdere qualcosa. Se vuoi essere un buon allenatore devi sacrificare la tua vita e a volte odio il calcio per questo. Soprattutto perché devo pensarci 18 ore al giorno. Lo amo e lo odio». Queste le parole rilasciate da Antonio Conte, tecnico del Chelsea, ai microfoni di “GQ”.