Ora che Mario Draghi ha accettato con riserva l’incarico a formare un governo in molti si interrogano su cosa ne sarà delle misure varate dal Movimento 5 stelle nel dovesse realmente nascere un esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce.
Tra i cavalli di battaglia grillini che potrebbero passare sotto la scure di Draghi potrebbe esserci anche il reddito di cittadinanza, che lo stesso economista ha in passato ritenuto non sufficiente a rilanciare il Paese in un ottica di crescita sul lungo periodo.
Mario Draghi sul reddito di cittadinanza
Un’eventuale cancellazione o perlomeno una forte revisione del reddito di cittadinanza era una delle condizioni verso cui spingeva Matteo Renzi durante le ultime trattative imbastite nel tentativo di ricompattare la maggioranza, ma su questo frangente il Movimento si è ancor auna volta mostrato compatto rifiutando ogni tipo di compromesso.
Secondo molti infatti, non è possibile basarsi esclusivamente sui sussidi per risollevare il tenore di vita delle famiglie italiane, ma è necessario programmare interventi di strutturali che agiscano in un’ottica di lungo periodo.
Tra i sostenitori di questa opinion c’è anche Mario Draghi, che proprio in occasione dell’ultimo Meeting di Comunione e Liberazione aveva dichiarato: “I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire. Ai giovani bisogna però dare di più perché i sussidi finiranno e se non si è fatto niente resterà la mancanza di una qualificazione professionale che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri”.
Le parole di Draghi non devono essere tuttavia necessariamente lette come una critica al reddito di cittadinanza in se, quanto più alla mancanza di manovre di ampio respiro che vadano oltre il semplice sussidio statale.
Il denaro in arrivo con il Recovery Fund
Il reddito di cittadinanza non sembra dunque in pericolo per il momento, considerando anche il fatto che il futuro governo post Conte avrà a disposizione i 200 miliardi di euro del Recovery Fund nonché gli eventuali soldi forniti dal Mes. A fronte di fondi di queste dimensioni potrebbe quindi non essere necessario tagliare il reddito di cittadinanza, misura che in questi ultimi mesi di crisi economica dovuta alla pandemia ha scongiurato l’esplosione di una crisi sociale nei ceti meno abbienti.