L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul nuovo Palermo e sulla tattica di Baldini.
Si scrive Baldini, ma si potrebbe leggere Boscaglia. Il nuovo corso del Palermo riparte da un impianto tattico che, purtroppo, la scorsa stagione ha fallito, tanto da rendere necessario l’avvicendamento con Filippi e il cambio di sistema. La grande scommessa del nuovo tecnico sarà dimostrare che il suo 4-2-3-1 può risultare vincente, a differenza di quanto è successo col tecnico gelese. È vero che l’allenatore toscano è stato uno dei pionieri di questo modulo in Italia, ma è altrettanto evidente che la rosa rispetto alla prima gestione in serie C non è variata molto in settori come il centrocampo e agli interpreti che possano agire nei tre schierati dietro alla punta.
Un regista e un trequartista di spessore mancavano la scorsa stagione, sono mancati la scorsa estate e continuano a non essere presenti. Almeno uno dei due ruoli, fondamentali per il 4-2-3-1 andrebbe ricoperto. E qui, in attesa di possibili innesti in questa sessione di mercato, sebbene non sembrano tra le priorità del club che ha pensato bene di occupare l’unico slot libero con un classe 2001 come Felici che non gioca da due anni, cominciando i primi interrogativi.